mercoledì 25 gennaio 2012

Ebbrezza della scrittura


Provarci è facile... Basta un foglio e una matita. La scrittura provoca un'ebbrezza meno onerosa, più sensuale e più duratura dell'altra, quella etilica. Trip garantito.

Senza l'una o l'altra forma di ebbrezza, la vita non è tollerabile. Di tutte le ubriachezze, la scrittura è la più riuscita. Non che io sia contraria al bere, tutt'altro, ma l'ebbrezza etilica esige gli alcolici e i vini migliori, e soprattutto la migliore compagnia, mentre l'ebbrezza scrittoria non esige nulla, né una presenza particolare, né materiale di qualità: carta riciclata, una penna a sfera, è perfetto. Mai come in questo caso, il contenitore non ha importanza, dal momento che tu stesso sei il contenitore, un involucro senza valore.

A parità di "alcolemia", l'ebbrezza da scrittura è più interessante, più sensuale, più potente e più duratura. Certo è più pericolosa per la nostra vita, ma non mette a repentaglio quella degli altri, soprattutto se non si viene letti, obiettivo facile da raggiungere.

Le istruzioni per l'uso sono semplici: bisogna scrivere. Per farlo, è inutile aspettare l'idealizzata ispirazione. Ti svegli al mattino, ti prepari una bella dose di un eccitante legale, té o caffè, e lo assumi senza pensarci su. Poi, senza farti domande, ti metti all'opera. In un primo tempo, l'unica cosa che conta è avviare la macchina.

Inutile cercare la folgorazione: si fa girare il motore nella speranza che scocchi la scintilla sperata. Se ci si comporta con onestà, senza esitazioni, come l'umilissimo meccanismo che sappiamo di essere, le polveri non tarderanno a prendere fuoco.

Si parte. All'inizio, lentamente. Sei già tanto meravigliato e contento di procedere: perché dovresti andare veloce? Grazie al motore a scoppio, la sensazione dello sforzo scompare rapidamente: le deflagrazioni interne continuano senza che uno se ne renda conto, a ritmo serrato. Si vede sfilare il paesaggio.

Improvvisamente, la macchina parte a razzo: l'implosione arriva al cervello. Ecco, sei ubriaco. Nelle testa, è lì che accade. L'eccitazione è intensa, la pressione folle. Vorresti che questa condizione durasse in eterno: con un po' di esperienza, si può almeno prolungarla. Bisogna continuare a scrivere: puoi lasciarti andare all'esaltazione della velocità, se sei sicuro del veicolo.

L'unica condizione per abbandonarsi all'ebbrezza scrittoria è la seguente: è proibito montarsi la testa. Non dimenticare mai che sei un contenitore, punto e basta. Si sono visti troppi principianti prendere il volante della scrittura e immaginare che i bei meccanismi esplosivi fossero un'emanazione del loro io più profondo. Ricordati che tutto questo è sbronzografia e ringrazia ogni istante la musa ebbrezza: se la mente è in grado di mollare gli ormeggi è solo grazie a lei.

Se ti ricorderai sempre della tua nullità e del tuo debito verso la musa degli eccessi, potrai scrivere pagine e pagine, per ore, ti potrai sbronzare, ubriacare, potrai bere fino allo sfinimento: non avrai mai il dopo sbornia.

 (Amelie Nothomb)




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