sabato 30 settembre 2017

Plainsong




Fra gli alberi iniziò a soffiare il vento, in alto le cime si muovevano.
Comparvero le rondini e si misero a cacciare crisope e insetti-foglia nel crepuscolo.
L’aria si faceva sempre più dolce.
Il vecchio cane emerse dalla sua cuccia nel garage e si mise a gironzolare per il cortile recintato, annusando i pantaloni dei ragazzini, annusando la bambina e passandole la lingua rossa e calda sulla fronte, poi corse in veranda dalle donne e le osservò, si guardò attorno, si girò su se stesso e si sdraiò, dimenando nella polvere la coda arruffata.
Le due donne lasciarono che la brezza soffiasse fresca sui loro volti e sbottonarono un po' le camicette per sentirla sul petto e nelle ascelle.
E presto, molto presto avrebbero chiamato gli altri per la cena. Ma non subito. Rimasero in veranda ancora un po' nell’aria fresca di quella sera di fine maggio, diciasette miglia a sud di Holt.


Kent Haruf, Canto della pianura










venerdì 29 settembre 2017

Earth & Moon























This black-and-white image of the Earth-Moon system was captured on Sept. 25, 2017 by NavCam 1, one of three cameras that comprise TAGCAMS (the Touch-and-Go Camera System) on NASA’s OSIRIS-REx spacecraft. At the time this image was taken, the spacecraft was retreating from Earth after performing an Earth Gravity Assist maneuver on Sept. 22. Earth and the Moon are shown 249,000 miles (401,200 kilometers) apart, and the spacecraft is 804,000 miles (1,297,000 kilometers) from Earth and 735,000 miles (1,185,000 kilometers) from the Moon.

Credits: NASA/Goddard/University of Arizona












mercoledì 27 settembre 2017

L'albero dei 40 frutti






Per realizzarlo ci sono voluti l'estro di un artista e la sapienza di un esperto giardiniere: il tutto, condensato nella stessa persona. Lo statunitense Sam Van Aken, professore d'arte con uno spiccato pollice verde, è il padre di una pianta con i superpoteri: l'unico albero al mondo capace di produrre, da solo, 40 diverse varietà di frutti.
 Fioritura a sorpresa. Per gran parte dell'anno Tree of 40 Fruit, questo il nome del vegetale, sembra una pianta come tante. È a primavera che rivela la sua vera natura, con i rami che si caricano di fiori bianchi, rosa, rossi o viola a seconda del punto in cui si trovano. Nei mesi estivi inizia la raccolta, e qui c'è da sbizzarrirsi: su questa pianta maturano decine di varietà di prugne, pesche, pesche noci, albicocche, ciliegie, mandorle, ognuna secondo i suoi tempi, seguendo un'agenda perfettamente sincronizzata.
Van Aken ha iniziato a lavorare al progetto nel 2008, dopo aver appreso che un antico frutteto urbano, quello della New York State Agricultural Experiment Station, stava per chiudere. Qui erano conservate centinaia di varietà native di frutti con nocciolo, alcune delle quali con una storia di 150-200 anni. Un'eredità che sarebbe andata persa, se l'artista non avesse trovato un modo originale per conservarla. Lavorando su 250 diverse specie di frutti con nocciolo, Van Aken - che viene da una famiglia di agricoltori - ne ha selezionate qualche decina, creando una timeline con i tempi di fioritura e maturazione di ciascuna. Quindi è iniziata la catena di innesti su un singolo albero da frutto, con tecniche complesse come quella del "chip-budding", che consente di far germogliare su rami diversi gemme di differenti varietà. Dopo 5 anni e diversi tentativi, l'albero dei 40 frutti è divenuto realtà. La pianta consente di prolungare la discendenza di specie che non rispondono alle leggi commerciali della grande distribuzione e che altrimenti sparirebbero: per questo i 16 esemplari creati finora sono conservati presso vari musei, istituzioni e collezioni d'arte degli Stati Uniti. Ma avrebbero probabilmente successo anche in ambito domestico: chi li coltiva racconta che producono l'esatta quantità di frutti con la giusta alternanza, e senza esagerare. Per variare spesso e contenere gli sprechi. 
 





martedì 26 settembre 2017

Risorse



Non bisogna cedere a quella fredda razionalità dei numeri, delle statistiche, che afferma che non c’è niente da fare, e che bisogna arrendersi. Occorre oggi, come disse Kierkegaard, quel salto dalla fredda ragione calcolante a una speranza che non è illusione, ma apertura alla consapevolezza che possono accadere cose non materialisticamente prevedibili. 
I medici sanno che comunicare a un malato grave le sole fredde percentuali della sua possibilità di sopravvivere è in fondo un mentire, che rende la malattia più grave: perché l’uomo ha risorse sconosciute, e la stessa vita è nella sua imprevedibilità assai più grande di tutte le nostre statistiche. Questa in fondo è la razionalità più grande: sapere che la vita è ben di più di tutti i nostri conti, di ogni nostra ragionevole previsione.

Eugenio Borgna, intervista su Avvenire 






Bath









Garbage




 (Photo by Noel Celis/AFP Photo)

A boy walks on a garbage filled creek to get his ball in Manila on September 22, 2017. Giant Western consumer products brands led by Nestle, Unilever and Procter & Gamble cause serious ocean pollution by packaging products sold in the Philippines in cheap and disposable plastics, Greenpeace alleged on September 22. The environmental watchdog group ranked the Philippines as the “third worst polluter into the world’ s oceans” behind China and Indonesia in a report released in Manila.


 

domenica 24 settembre 2017






  





Shuttlebox




Se volete vedere la malvagità umana in tutta la sua purezza, ingegnosità e disinvoltura, la troverete in uno shuttlebox. 
E’ uno strumento di tortura inventato da R. Solomon, L. Kamin e L. Wynne, psicologi di Harvard. Consiste in una gabbia divisa in due scomparti da una barriera. Il pavimento di entrambi gli scomparti è costituito da una griglia elettrificata. Solomon e i suoi collaboratori mettevano un cane in uno dei due scomparti e poi gli applicavano una forte scossa elettrica alle zampe. Istintivamente il cane saltava da uno scomparto all’altro.
La procedura veniva ripetuta parecchie centinaia di volte nel corso di un esperimento tipico. Di volta in volta, però, il salto diventava più difficile perché gli sperimentatori alzavano gradualmente la barriera. Alla fine il cane non riusciva più a saltare e si lasciava cadere sulla griglia elettrificata: un rottame ansimante, ululante in preda agli spasmi.
In una variante gli sperimentatori facevano passare la corrente nel pavimento di entrambi gli scomparti. Ovunque fosse saltato, il cane avrebbe comunque subito una scossa. Ciononostante, dato che il dolore provocato della scossa era intenso, il cane cercava di scappare, per quanto il tentativo fosse vano. E così saltava da una griglia elettrificata all’altra. I ricercatori, nella documentazione dell’esperimento, riferirono che il cane emetteva “un acuto grido anticipatorio che si trasformava in un guaito quando atterrava sulla griglia elettrificata”. Il risultato finale era lo stesso. Esausto, il cane giaceva sul pavimento urinando, defecando, guaendo, tremando. Dopo alcuni giorni – da dieci a dodici – di esperimenti di questo genere, l’animale smetteva di resistere alla scossa elettrica.
Se fossero stati scoperti a fare cose simili nell’ intimità delle loro case, Solomon, Kamin e Wynne sarebbero stati incriminati, multati e probabilmente avrebbero avuto la proibizione di tenere animali da compagnia per un periodo da cinque ai dieci anni. Sarebbero dovuti andare in carcere, ma siccome invece svolgevano quel lavoro in un laboratorio di Harvard, furono ricompensati con gli equivoci simboli del successo accademico: stile di vita piacevole, generoso stipendio, adorazione degli studenti e gelosia dei colleghi.
Torturare cani fu ciò che fece fare carriera a tutti loro e generò un’intera dinastia di imitatori. Quel tipo di esperimento continuò per più di tre decenni.
L’epigono più famoso, Martin Seligman, è stato un recente presidente dell’American Psychological Association. Seligman, adesso non fa più cose del genere. Il suo argomento di studio adesso è la felicità.
Naturalmente i cani non figurano mai in esperimenti che li rendono felici. A loro è consentito trovarsi soltanto negli esperimenti orrendi.
Perché veniva permessa questa tortura?
Perché si pensava che costituisse una valida ricerca?
Gli esperimenti furono pensati per dimostrare il modello della cosidetta “impotenza appresa” usato per spiegare la depressione: l’idea era che la depressione fosse qualcosa che poteva essere imparata.
Per un po’ gli psicologi l’accettarono come un risultato di grande importanza. Tuttavia nessun essere umano trasse mai alcun beneficio da quegli esperimenti. In seguito – dopo trent’anni di elettrocuzioni di cani e altri animali vari – si giunse alla conclusione che il modello non reggeva affatto a un approfondito esame critico.

Tratto da: Mark Rowlands, “Il lupo e il filosofo”






sabato 23 settembre 2017

Settembre




Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani. 

Nazim Hikmet, Foglie morte







Perturbamento




Io mi faccio incontro a qualcuno e penso: che cosa stai pensando? Posso, mi chiedo, fare un tratto di strada insieme con te nel tuo cervello? La risposta è: no! Non possiamo camminare insieme per una stessa strada in un unico cervello. Noi ci costringiamo a non percepire il nostro abisso. Eppure, per tutta la vita, non facciamo altro che guardare giù, al nostro abisso fisico e psichico, pur senza percepirlo… molte volte, mentre conversiamo con qualcuno, ci tranquillizza l’ipotesi che a rendere il mondo del nostro interlocutore più grande del nostro per altezza e profondità sia soltanto una piccola, micidiale differenza. Noi infatti siamo senz’altro in grado di esaminare una cosa contemporaneamente dal punto di vista dell’infinità della sua larghezza e da quello dell’infinità della sua lunghezza. Nelle nostre lettere ci raccontiamo l’un l’altro quello che ci sembra importante - spesso soltanto piccoli particolari, al fine di descrivere alcuni dettagli della strada che la nostra persona percorre inoltrandosi verso la propria fine – confidando che l’altra persona stia percorrendo lo stesso tratto di strada. Certe persone che non ci sono simpatiche non le lasciamo recitare nello spettacolo che abbiamo allestito; se vi si introducono, noi le scacciamo. Se uno si rende perfettamente conto dell’aspetto meccanico del proprio corpo, non riesce più a respirare.

Thomas Bernhard, Perturbamento 

 

Comedy wildlife photography awards





 








giovedì 21 settembre 2017

Americanah












Costi









Tsar Bomba




Il 30 ottobre 1961, quando esplose, fu definito "il giorno in cui la Terra fu uccisa". 
La "Bomba Tsar - Fine del Mondo" è stata il più potente ordigno termonucleare (all'idrogeno) mai sperimentato dall'uomo sulla Terra. Fu costruito in Unione Sovietica nel 1961, su comando del Pcus, da un gruppo di lavoro capeggiato da militari e dal fisico Andrej Dmitrievič Sakharov, in poco più di 15 settimane.
La Tsar fu fatta esplodere a 4mila metri dal suolo con l'ausilio di un gigantesco paracadute per frenarne la caduta e quindi consentire al velivolo di allontanarsi indenne. La sfera di fuoco nucleare fu di 4,6 Km e la nube a fungo risultante dall'esplosione raggiunse un'altezza di 60 km mentre l'onda d'urto fece tre volte il giro del mondo impiegando per il primo "circuito" 36 ore e 27 minuti. Ci fu anche un black-out delle comunicazioni radio in tutto l'emisfero settentrionale. Tuttavia, contrariamente a quanto si può pensare, quella della Tsar fu un'esplosione "molto pulita" ed efficiente in quanto trasse oltre il 97% della sua potenza dalla fusione termonucleare. 
L'onda d'urto fece il giro della Terra tre volte e lo shock sismico era ancora misurabile al terzo giro del globo. Per circa un'ora ci fu un blackout completo delle comunicazioni, il fungo atomico salì per 60 Km nell'atmosfera e nel raggio di centinaia di chilometri furono bruciate tutte le case di legno, mentre gli effetti termici si avvertirono sino a 270 Km di distanza con ustioni di terzo grado. Solo una speciale vernice termoisolante permise al Tupolev 95, il quale al momento dell'esplosione si trovava già a 45 Km di distanza, di non esplodere a causa dell'effetto termico.
Andrej Dmitrievič Sakharov fu in seguito insignito del Premio Nobel per la Pace. 





The mushroom cloud from the Tsar Bomba (AN602) was photographed at 35 miles high, Everest is 5.6 miles high, and that was half the capacity of the Tsar Bomba, approximately equivalent to 50 million tons of tnt. 
 




 

martedì 19 settembre 2017

Risvegli




Harry si svegliò. L'eco di un sogno, un urlo, si dissolse.
Che tipo di risveglio era stato? In generale, ne esistevano cinque.
Il primo era il risveglio da lavoro. Per molto tempo era stato il migliore. Allora passava direttamente al caso di cui si stava occupando. A volte il sonno, i sogni, avevano modificato la prospettiva, e lui poteva rimanere a letto a passare in rassegna gli elementi che aveva, pezzetto dopo pezzetto, guardandoli dalla nuova angolazione. Con un po' di fortuna riusciva a scorgere qualcosa di inedito, a vedere un lembo della faccia nascosta della luna. Non perché la luna si fosse spostata, bensí perché si era spostato lui.
Il secondo era il risveglio solitario. Era caratterizzato dalla consapevolezza di essere solo nel letto, solo nella vita, solo al mondo, e a volte lo colmava di una dolce sensazione di libertà, altre di una malinconia che forse poteva essere definita senso di solitudine, o forse era soltanto uno scorcio di quello che una persona in effetti è, ossia un viaggio dal legame reciproco del cordone ombelicale alla morte, che infine ci separa da tutto e da tutti. Una sbirciata nell'attimo del risveglio prima che ogni nostro meccanismo di difesa e illusione consolatoria ritrovi il suo posto e possiamo incontrare la vita nella sua luce ingannevole.
Poi c'era il risveglio angoscioso. (...) Era possibile graduare l'angoscia, ma arrivava all'improvviso. Difficile indicare un pericolo o una minaccia esterni, piú che altro si trattava di un senso di panico generale per essere sveglio, essere vivo, essere qui. Ma di quando in quando si riusciva a individuare una minaccia interiore. La paura di non essere piú terrorizzato. Di diventare definitivamente, irrimediabilmente pazzo.
Il quarto tipo presentava delle analogie con il risveglio angoscioso. Era il risveglio «c'è qualcuno». Mandava il cervello in due direzioni diverse. Indietro: come accidenti è successo? E in avanti: come faccio ad andar via di qui? A volte quella reazione «combatti o fuggi» spariva, ma allora tornava piú tardi, e quindi non rientrava tra i «risvegli».
E poi c'era il quinto. Che era un tipo di risveglio nuovo per Harry Hole.
Il risveglio soddisfatto. All'inizio era rimasto sorpreso della possibilità di svegliarsi felice e d'istinto aveva passato in rassegna tutti i parametri: in cosa consistesse davvero la sua «felicità» idiota, se non fosse semplicemente l'eco di un bel sogno sciocco. Ma quella notte non aveva fatto bei sogni (…) si era svegliato felice lo stesso, giusto? Giusto. E a mano a mano che quei risvegli si erano ripetuti, una mattina dopo l'altra, aveva cominciato ad abituarsi all'idea di essere in effetti un uomo molto soddisfatto, di aver trovato la felicità verso la fine dei quaranta e di sembrare in grado, per il momento, di aggrapparsi a quel paese appena conquistato.
La causa principale si trovava a meno di un braccio da lui e aveva un respiro regolare e calmo. I suoi capelli erano sparsi sul cuscino come i raggi di un sole corvino.


Che cos'è la felicità? Harry aveva letto un articolo riguardante uno studio sulla felicità in cui si dimostrava che, se si prende come punto di partenza la felicità del sangue, ossia il livello di serotonina, pochi accadimenti esterni sono in grado di aumentarlo o ridurlo nel tempo. Puoi perdere un piede, puoi ricevere la notizia che sei sterile o che la tua casa è stata distrutta da un incendio. Lí per lì il livello di serotonina scende, ma dopo sei mesi ti ritrovi piú o meno felice come prima. Lo stesso succede se ti compri una villa ancora piú grande o un'auto ancora piú costosa. Ma gli scienziati erano giunti alla conclusione che c'erano comunque alcune cose che incidevano positivamente sul senso di felicità. Una delle piú importanti era il matrimonio. 
 
Jo Nesbo, Sete






venerdì 15 settembre 2017

Femminicidio




A cosa serve chiamarlo femminicidio? La parola omicidio comprende già i morti di tutti i sessi!

No, la parola femminicidio non indica il sesso della morta. Indica il motivo per cui è stata uccisa.
Una donna uccisa durante una rapina non è un femminicidio. Sono femminicidi le donne uccise perché si rifiutavano di comportarsi secondo le aspettative che gli uomini hanno delle donne.
Dire omicidio ci dice solo che qualcuno è morto. Dire femminicidio ci dice anche il perché.

Michela Murgia









giovedì 14 settembre 2017

Simboli




A prima vista potrebbe sembrare una statua greca o il ritratto di una divinità antica. La realtà è ben più dolorosa. Il volto trasfigurato, gli occhi pieni di dolore, la bocca socchiusa appartengono a Obeid al-Kaaka Jay, un avvocato di Raqqa. "Si è rifiutato di scappare e adesso è diventato il simbolo della sofferenza di un intero popolo".
La foto è stata scattata la scorsa settimana nell'ospedale della città siriana dove l’uomo è stato ricoverato in gravi condizioni dopo un bombardamento aereo della coalizione anti-Isis. In poco tempo, l’immagine di Obeid è diventata virale sui social network arabi; suo malgrado, questo avvocato siriano si è convertito in un’icona, simbolo del dolore del popolo siriano. 
Obeid non è sopravvissuto: tre giorni dopo questa foto è deceduto a causa delle ferite riportate.

Come ha denunciato l’organizzazione Physicians for Human Rights (Phr, Medici per i diritti umani), la battaglia per liberare Raqqa ha distrutto l’intero sistema sanitario della città. L’unica struttura ospedaliera rimasta operativa è l’Ospedale nazionale, tutte le altre case di cura sono state devastate dai combattimenti.
In questo momento, le storie che emergono da Raqqa sono un vero incubo”, ha affermato Racha Mouawieh, responsabile della missione di Phr in Siria. “La città è stata sotto bombardamento quasi continuo da giugno, sono stati demoliti ospedali e cliniche. È una trappola mortale per i civili che sono stati costretti a sopportare per anni il terrore dell’Isis e adesso devono soffrire anche le conseguenze mortali della battaglia contro il Califfato”
Le situazione a Raqqa è veramente inimmaginabile”, ha dichiarato il dottor Homer Venters, direttore dei programmi di Phr. “Abbiamo avuto notizie che all'Ospedale Nazionale le ferite vengono curate solo con acqua e sale. Le lesioni traumatiche vengono trattate unicamente per bloccare l'emorragia. E anche se i civili riescono sfuggire ai cecchini e alle mine terrestri che circondano Raqqa – ha rimarcato Venters – devono viaggiare più di 90 miglia per ottenere ulteriori trattamenti. È l'inferno sulla terra”.




















mercoledì 13 settembre 2017

Creature all'ingrasso




Non si capisce nemmeno di che animale si tratta. 
 
Si tratta di volpi argentate allevate per la loro pelliccia. 
E’ quanto emerge da una recente indagine condotta da una organizzazione animalista in Finlandia, la Oikeutta eläimille (Animal Justice) che ha diffuso con un video denuncia la realtà nascosta in ben cinque allevamenti monitorati nel paese. 
Le volpi sono costrette a vivere in gabbie piccolissime e sono nutrite con cibo ipercalorico in modo da farle aumentare di peso. Raggiungono un peso corporeo 5 volte superiore a quello naturale. Crescono talmente tanto che fanno fatica a muoversi, sia per lo spazio angusto, sia per il peso sproporzionato alla loro natura. Più crescono, più le loro pelli saranno grandi e avranno un valore maggiore. Sono fatte ingrassare per aumentare la superficie di pelliccia da sfruttare. Gli animali non solo accusano patologie a livello degli organi ma riescono a malapena ad alzarsi. Gli attivisti di Oikeutta eläimille hanno detto che le volpi nelle gabbie sono esemplari femmina che, in natura, peserebbero 3,5 kg. Quelle degli allevamenti raggiungono i 19 kg. 
La Oikeutta eläimille ha presentato una denuncia con la quale ha chiesto alle autorità locali di effettuare dei controlli con veterinari ed esperti, ricordando che la legge in Finlandia, come in altri paesi, vieta qualsiasi forma di allevamento che provochi sofferenza agli animali. L’organizzazione ha anche invitato i cittadini a boicottare questi prodotti, spiegando che l’83% della produzione che deriva da questi allevamenti è acquistata da Sage Furs fornitore di grossi marchi dell’alta moda come Louis Vuitton, Gucci e Michael Kors.
 
Ogni anno, circa un miliardo di animali vengono uccisi negli allevamenti per la loro pelliccia, senza considerare gli esemplari che sono cacciati in natura. Dalle volpi ai conigli, passando per visoni, cincillà fino ai cani e gatti, alcune specie sono destinate a diventare pellicce, in altri casi la pelle viene impiegata negli accessori o come imbottiture per i guanti, borse, giacche o stivali. 










martedì 12 settembre 2017

Fateci caso




Mio zio Alex Vonnegut, un assicuratore che abitava al 5033 di North Pennsylvania Street, mi ha insegnato qualcosa di molto importante. Diceva che quando le cose stanno andando a gonfie vele bisogna rendersene conto. Parlava di occasioni molto semplici, non di grandi trionfi. Bere un bicchiere di limonata all’ombra di un albero, magari, o sentire il profumo di una panetteria, o andare a pesca, o sentire la musica che esce da una sala da concerti standosene fuori al buio, oppure, oserei dire, l’attimo dopo un bacio. Mi diceva che era importante, in quei momenti, dire ad alta voce: «Cosa c’è di più bello di questo?».
Zio Alex, che è sepolto a Crown Hill insieme a James Whitcomb Ridley, mia sorella e i miei genitori, i miei nonni, i miei bisnonni e John Dillinger, pensava che fosse uno spreco terribile essere felice e  non rendersene conto.
E io la penso come lui.

Kurt Vonnegut, Quando siete felici, fateci caso











Saturn




In this rare image taken on July 19, 2013, the wide-angle camera on NASA's Cassini spacecraft has captured Saturn's rings and our planet Earth and its moon in the same frame.
Earth, which is 898 million miles (1.44 billion kilometers) away in this image, appears as a blue dot at center right; the moon can be seen as a fainter protrusion off its right side.
This is only the third time ever that Earth has been imaged from the outer solar system. 
 
For more information about the Cassini-Huygens mission visit http://www.nasa.gov/cassini and http://saturn.jpl.nasa.gov.
 






lunedì 11 settembre 2017

Faces of innocents




Carol Guzy’s photos show the faces of innocents in Mosul.  

A series of pictures by four-time Pulitzer Prize-winning photographer Carol Guzy serve as a heartbreaking reminder of the traumas faced by the city’s population.
Wounded and weak, most who survived life under the jihadists and the brutal battle to liberate Mosul which was launched last year, now face an uncertain future in the limbo of refugee camps.
Washington Post photographer Guzy spent months in Iraq documenting the heavy price paid by civilians, and her images have been used in news coverage across the world.
Many of the images, some showing in graphic detail the injuries suffered by civilians, were taken at emergency centres across the city. 

The UN estimates that nearly one million people fled their homes during the battle for Mosul, and authorities face a huge humanitarian crisis, with camps set up for those who have been displaced struggling under the weight of demand.