lunedì 31 maggio 2021

Fotografare

 

Il passo tra la realtà che viene fotografata in quanto ci appare bella e la realtà che ci appare bella in quanto è stata fotografata, è brevissimo. Se fotografate Pierluca mentre fa il castello di sabbia, non c’è ragione di non fotografarlo mentre piange perché il castello è crollato, e poi mentre la bambinaia lo consola facendogli trovare in mezzo alla sabbia un guscio di conchiglia. Basta che cominciate a dire di qualcosa: “Ah che bello, bisognerebbe proprio fotografarlo!” e già siete sul terreno di chi pensa che tutto ciò che non è fotografato è perduto, che è come se non fosse esistito, e che quindi per vivere veramente bisogna fotografare quanto più si può, e per fotografare quanto più si può bisogna: o vivere in modo quanto più fotografabile possibile, oppure considerare fotografabile ogni momento della propria vita. La prima via porta alla stupidità, la seconda alla pazzia. -Pazzo e stupido sarai tu,- gli dicevano gli amici, -e per di più rompiscatole.– Per chi vuole recuperare tutto ciò che passa sotto i suoi occhi, -spiegava Antonino anche se nessuno lo stava più a sentire,- l’unico modo di agire con coerenza è di scattare almeno una foto al minuto, da quando apre gli occhi al mattino a quando va a dormire. Solo così i rotoli di pellicola impressionata costituiranno un fedele diario delle nostre giornate, senza che nulla resti escluso. Se mi mettessi a fotografare io, andrei fino in fondo su questa strada, a costo di perderci la ragione. Voi invece pretendete ancora di esercitare una scelta. Ma quale? Una scelta in senso idillico, apologetico, di consolazione, di pace con la natura la nazione i parenti. Non è soltanto una scelta fotografica, la vostra; è una scelta di vita, che vi porta a escludere i contrasti drammatici, i nodi delle contraddizioni, le grandi tensioni della volontà, della passione, dell’avversione. Così credete di salvarvi dalla follia, ma cadete nella mediocrità, nell’ebetudine.

Italo Calvino, Gli amori difficili - L’avventura di un fotografo 

 


 



 

Work

 


 

 

sabato 29 maggio 2021

Jorit / Frida

 

 


 

 

 

 

Avversità

 

Chi va da uno psicologo entra credendo di dover risolvere un problema dovuto ad un fatto o ad una persona. Crede cioè che il suo star male sia dovuto a qualcosa di concreto, un fatto tangibile, una persona in carne ed ossa. Invece, più spesso in questo momento storico, soffrono i sensi.

Si, soffrono i sensi.

Il senso di colpa, il senso di solitudine, il senso di abbandono, il senso di inadeguatezza, il senso di vuoto, il senso di inferiorità, il senso di incompiutezza, il senso di dipendenza.

Non sono le cose che ci accadono il problema e neanche le persone che ci circondano. Ma il senso che smuovono in noi quei fatti e quelle persone.

È il nostro vissuto che crea mostri, ferite e paure. E, per fortuna, proprio perché ci appartiene, su quel vissuto si può lavorare.

Rita Asquini

 


 



venerdì 28 maggio 2021

Solidarity

 

L'economia mondiale è la più efficiente espressione del crimine organizzato. Gli organismi internazionali che controllano valute, mercati e credito praticano il terrorismo internazionale contro i paesi poveri e contro i poveri di tutti i paesi con tale gelida professionalità da far arrossire il più esperto dei bombaroli.

Eduardo Galeano

 


 

 

 

Welcome

 



 

 

 

 

Tax

 


 

 

 

giovedì 27 maggio 2021

martedì 25 maggio 2021

domenica 23 maggio 2021

sabato 22 maggio 2021

Head in the clouds

 

Francesca Cecili is an artist based in Rome. She is a photographer, always with her head in the clouds. Her work primarily focuses on natural elements such as the shape and colour of the sky. Her clouds are a way of escape, from reality and from the surrounding city, always favoring their unpredictability.

 






 

 

 

 

 

A posto

 

Io mi adatto alle cose malmesse. Intendo dire che non mi piace mettere ordine alle cose. Se qualcosa non è a posto di fronte a me, io non la metto a posto. Mi metto a posto io.

Diane Arbus

 


 



venerdì 21 maggio 2021

Empatia

 

 

E l'uomo senza compassione è nulla, è un fenomeno fisico che potrebbe cessare di essere, e non cesserebbe nulla. Nulla ha valore, in tutta la vita dell'uomo sulla terra, nemmeno l'immensa arte e le religioni – nulla, se non questo sentire compassione e desiderio di soccorrere un altro – chiunque altro, chiunque sia vivo o dolente.

Anna Maria Ortese


 




Civiltà

 


 

 

 

 

Il dolore del mondo

 

Un uomo che non prova pietà non è veramente un uomo.

Un uomo che non piange di fronte al dolore del mondo è un uomo per modo di dire. Nel mondo ci sarà sempre dolore.

Questo non significa che si debba perdere la speranza. Un uomo vero si sforzerà di eliminare il male dal mondo. Un uomo meschino non lo vedrà nemmeno, tranne che in sé stesso. E un uomo malvagio, per sua disgrazia, porterà al mondo altro dolore, seminandolo dovunque andrà.

W.Saroyan, La commedia umana

 


 

  

 

mercoledì 19 maggio 2021

lunedì 17 maggio 2021

mercoledì 12 maggio 2021

Il peggio del peggio

 

La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari. Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est, ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. E' una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro.

La politica di Israele è segregazionista, razzista, colonialista. E la comunità internazionale è di una parzialità ripugnante. Tranne qualche rara eccezione, paesi come la Svezia e qualche paese sudamericano, non si ha lo sguardo per vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della shoah. Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c'entra niente, è pura strumentalizzazione. Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i paesi più potenti della terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa.

Io sono ebreo, anch'io vengo da quel popolo. Ma la risposta all'orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace, la convivenza, l'accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Nethanyau. C'è una gente che ha diritto ad avere la propria terra e la propria dignità, e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro, e invece sono trattati come nemici.

Ci sono israeliani coraggiosi che parlano, denunciano. Ma la comunità internazionale no, ad esempio l'Italia si nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori che non sono loro.

La pace si fa fra eguali, non è un diktat come vorrebbero gli israeliani. Io non sono sul foglio paga di nessuno, rappresento me stesso e mi batto contro qualsiasi forma di oppressione, è il mio piccolo magistero. Sono con tutti quelli che patiscono soprusi, sopraffazioni e persecuzioni e questo me l'ha insegnato proprio la storia degli ebrei. Io sono molto ebreo, ma non sono per niente sionista.

Moni Ovadia

 


 


 

Casa

 



 

 

 

 

sabato 8 maggio 2021

Fragilità

 

Bisogna sentirsi fragili, essere scolpiti dal vento, per ritrovarsi creature sperdute, cariche di malinconia a tal punto da sospirare ad ogni passo, per ogni dito della mano, per ogni stagione trascorsa. Ma la fragilità ti apre sentieri, pensieri taciuti per troppo tempo. È nel sentiero delle cose fragili che basta un colpo di vento per imparare a volare come soffioni che, come anime bianche, come sussurri, aleggiano nell’aria. Volare lontani, fragili, per farsi forti radici, farsi sguardi negli infiniti universi. E ci si ritrova soli a navigare fra le piccole anime dei soffioni che ci indicheranno il sentiero delle cose fragili. Era ora, esser belli, eroi fragili che si fanno semi per le magnolie, per gli ippocastani, per quel mandorlo piantato per il primo figlio, che in primavera esplode di bianchi fiori che come neve cadono lievi, lievi sulla terra umida. E allora, solo allora, esser fragili vorrà dire essere primavera, essere pronti a rinascere più forti di prima.

Antonio Catalano, Discorsi inutili

 


 

 

 

venerdì 7 maggio 2021

Allevamenti

 

Qualche anno fa sono entrata in un allevamento di maiali. Era inverno e freddo, ma all’interno della struttura ci saranno stati più di 30 gradi. L’odore è stata la prima cosa che mi ha colpito. L’odore e il calore sprigionato dai corpi. Queste strutture assomigliano molto ai lager nazisti, sono concepite architettonicamente più o meno allo stesso modo. Corridoi in mezzo e stanzoni ai lati - con barriere, delle specie di vasche di cemento – pieni di maiali.

L’odore è forte perché gli animali vivono lì dentro per tutto il tempo. Mangiano, urinano e defecano nello stesso vascone. Hanno ferite aperte, tumori, malattie. Tra loro vivono anche topolini, scarafaggi e altre creature. Talvolta un topolino che corre sui bordi di queste vasche rappresenta un diversivo, una forma di intrattenimento per i più piccoli, che, come tutti i bambini, vorrebbero giocare.

Quando ti vedono, si spaventano. Si ammucchiano tutti insieme in un angolo. Poi qualcuno, curioso (lì dentro non succede mai niente, ogni novità rappresenta quindi un momento di svago), si avvicina. E ti guarda.

Resistere allo sguardo dei maiali è difficile e straziante. Perché loro ti vedono, ti osservano, ti scrutano, ti interrogano. La loro muta domanda ti mostra ciò che sei, ciò che fai. La disperazione che provano è il riflesso del tuo potere su di loro.

Rita Ciatti, Ma le pecore sognano lame elettriche?

 


 

 

 

Please



 

 

 

giovedì 6 maggio 2021

Discorsi inutili

 

Io non voglio sapere più, voglio essere

presente al mondo, ascoltare l’invisibile, il

taciuto, il sussurro che è nel bosco e che

con il vento ci porta al mare e il mare ci

porta al cielo, e dal cielo alle stelle.

Hanno ragione i bambini, i poeti: il mare

non è nient’altro che un cielo rovesciato e

le nuvole montagne vaporose, e poi, poi si

ritorna al bosco.

E solo in mezzo alla nebbia fra le cortecce, io nebbia, 

io corteccia, terra, finalmente terra, 

finalmente terra che respira l’anima del mondo.

 

Antonio Catalano, Discorsi inutili

 



 

 

 

 

martedì 4 maggio 2021

Slow down

 

C'é un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo. Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all'intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all'intensità dell'oblio

Milan Kundera, La lentezza

 



Sometimes I get overcharged

that's when you see sparks

they ask me where the hell I'm going

at a thousand feet per second

Hey man, slow down, slow down

idiot, slow down, slow down

Hey man, slow down, slow down

idiot, slow down, slow down 

 

 

 

 

 

 

sabato 1 maggio 2021

Conosci te stesso

 

Ma come possiamo essere liberi di guardare e studiare la verità quando le nostre menti dalla nascita alla morte sono regolate da una cultura particolare nel limitato modello dei nostri io?
Per secoli siamo stati condizionati da nazionalità, casta, ceto, tradizione, religione, lingua, educazione, letteratura, arte, costumi, consuetudini, propaganda di ogni tipo, pressioni economiche, dal cibo che mangiamo, dal clima in cui viviamo, dalla nostra famiglia, i nostri amici, le nostre esperienze, ogni forma di influenza che vi viene in mente, e di conseguenza le nostre reazioni a ogni problema sono condizionate.

Siete consapevoli di essere condizionati?
Se vogliamo scoprire ciò che è vero, dobbiamo essere completamente liberi da tutte le religioni, da tutti i condizionamenti, da tutti i dogmi, da tutte le credenze e da qualunque autorità che spinga a uniformarci; il che significa, essenzialmente, essere completamente soli e questo è molto difficile. Non è un passatempo da domenica mattina, in cui fate una bella gita e vi sedete sotto gli alberi per ascoltare qualche sciocchezza. Il nostro problema è come liberare la mente da tutti i condizionamenti, non come condizionarla meglio. Capite?
La maggior parte di noi è alla ricerca di condizionamenti migliori.
Solo una mente libera può scoprire la verità, la realtà, che è al di la delle proiezioni mentali.
Quindi è importante conoscere se stessi. La conoscenza di sè è l’inizio della saggezza.
Conoscere noi stessi significa osservare che cosa pensiamo, che cosa sentiamo, non solo superficialmente, ma con la profonda consapevolezza di ciò che è, senza condanna, senza giudizio, senza valutazione nè comparazione.
Provate e vedrete la straordinaria difficoltà per una mente abituata da secoli a paragonare, condannare, giudicare e valutare, fermare questo intero processo e osservare semplicemente ciò che è.
L’importante è comprendere da soli, non attraverso la guida di altri, il contenuto totale della coscienza, che è condizionata, che è il prodotto della società, della religione, di vari influssi, impressioni, ricordi, comprendere tutti questi condizionamenti ed esserne liberi.
Sto dicendo di conoscervi sempre più in profondità, vedervi come realmente siete, cosa che nessuno può insegnarvi; e non potete vedervi come siete realmente se siete legati da convinzioni, dogmi, superstizioni e paure.


Jiddu Krishnamurti