sabato 30 aprile 2022

venerdì 29 aprile 2022

Ovvio

 

 


 

 

Produci, consuma, crepa

 

I poveri di oggi (e cioè coloro che costituiscono un “problema” per gli altri) sono prima di tutto e soprattutto dei “non consumatori”, più che dei “disoccupati”. Essi vengono definiti innanzi tutto dal fatto di essere consumatori difettosi: infatti, il più basilare dei doveri sociali cui vengono meno è il dovere di essere acquirenti attivi ed efficaci dei beni e servizi offerti dal mercato. […]
Il consumatore “difettoso”, chi dispone di risorse troppo scarse per rispondere adeguatamente all'appello, o più esattamente ai richiami seduttivi dei mercati, è gente di cui la società dei consumatori “non ha bisogno”; se non ci fosse, la società dei consumatori ne guadagnerebbe. […]
La società dei consumatori cresce rigogliosa finché riesce a rendere perpetua la non-soddisfazione dei suoi membri, e dunque la loro infelicità, per usare il suo stesso termine. Il metodo esplicito per conseguire tale effetto consiste nel denigrare e svalutare i prodotti di consumo poco dopo averli portati alla ribalta nell'universo dei desideri dei consumatori.

Zygmunt Bauman, Consumo, dunque sono 

 


Esiste una sconfitta pari al venire corroso

che non ho scelto io ma è dell'epoca in cui vivo 

 

 

 

 

mercoledì 27 aprile 2022

martedì 26 aprile 2022

Piaga

 

Ormai convalescente, ricordava i sogni che aveva fatto quando aveva la febbre e delirava. Aveva sognato, durante la malattia, che tutto il mondo era condannato a esser vittima di un’epidemia letale spaventosa, inaudita e mai vista, che avanzava verso l’Europa dalle profondità dell’Asia. Tutti dovevano morire, tranne alcuni, pochissimi eletti. Erano comparse delle specie di nuove trichine, esseri microscopici che si insediavano nei corpi degli uomini. Ma questi esseri erano spiriti, dotati d’intelletto e volontà. Chi li aveva accolti in sé diventava subito indemoniato e folle. Ma mai, mai uomini si erano creduti cosí intelligenti e incrollabili nella verità, come si credevano quegli infettati. Mai avevano considerato piú incrollabili le loro sentenze, le loro deduzioni scientifiche, le loro convinzioni morali e le loro fedi. Interi villaggi, intere città e popoli erano contagiati e impazzivano. Tutti erano inquieti, gli uomini non si capivano fra loro, ciascuno si credeva l’unico depositario della verità, e si angosciava, guardando gli altri, si batteva il petto, piangeva e si torceva le mani. Non sapevano chi e come giudicare, non riuscivano a mettersi d’accordo su cosa considerare male e cosa bene. Non sapevano chi condannare, chi assolvere. Gli uomini si ammazzavano a vicenda con rabbia insensata. Si radunavano a eserciti interi uno contro l’altro, ma gli eserciti, già in marcia, a un tratto cominciavano a distruggersi da sé, i ranghi si scioglievano, i soldati si scagliavano uno contro l’altro, si pugnalavano e si sgozzavano, si mordevano e divoravano a vicenda. Nelle città per tutto il giorno le campane suonavano a martello: chiamavano tutti a raccolta, ma nessuno sapeva chi chiamava e perché, e tutti erano allarmati. Abbandonarono i mestieri piú comuni, perché ciascuno proponeva le sue idee, le sue modifiche, e non riuscivano a mettersi d’accordo; i lavori agricoli si fermarono. Qua e là gli uomini si radunavano a gruppi, concordavano un’azione comune, giuravano di non separarsi: ma subito dopo iniziavano qualcosa di completamente diverso da ciò che avevano appena deciso, prendevano ad accusarsi l’un l’altro, si azzuffavano e si massacravano. Incominciarono gli incendi, incominciò la carestia. Tutto e tutti perivano. La piaga si diffondeva e avanzava sempre di piú. In tutto il mondo potevano salvarsi solo alcuni uomini: erano i puri e gli eletti, predestinati a dare inizio a una nuova stirpe di uomini e a una nuova vita, a rinnovare e purificare la terra, ma nessuno aveva mai visto questi uomini, nessuno aveva mai sentito le loro parole e le loro voci.

Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo

 


 

 

 

Life

 

Non illudetevi che l’una o l’altra struttura sociale migliorerà la nostra vita. Intanto, tutte queste persone, che si stanno impegnando per migliorare l’organizzazione della società, non sono d’accordo fra loro. Gli uni propongono un progetto come il più adatto, gli altri affermano che quello è pessimo e che solo il loro va bene, i terzi bocciano anche questo e ne propongono uno ancora migliore. Poi, anche ammettendo che si trovasse l’organizzazione sociale ideale, come farla accettare da tutti, e come realizzarla, se la gente è piena di vizi ? Per costruire una vita migliore, devono divenire migliori i singoli individui

Lev Tolstoj, Amatevi gli uni gli altri

 


 

Maccheroni

 

 


 

 

 

 

 

lunedì 25 aprile 2022

domenica 24 aprile 2022

Nova gelosia / 2

 

 






Musica

 

In casa siamo rimasti senza pane

il padre prende il saxofono, ne asciuga la polvere

lo bacia e si mette a soffiare.

Sin dai primi suoni

Baffo-Nero posa il martello

i bambini smettono di giocare

le donne rientrano in casa per piangere

i cani e

i gatti, come smarriti, vengono ad annusarlo

gli uccelli perdono la testa per afferrare il suo fianco

Attorno alla casa

il prato cresce

il gladiolo spalanca gli occhi

e la nostra povertà se ne va.

Rajko Đurić, Poeta Rom

 


 



 

sabato 23 aprile 2022

Small talk

 


 

 

 

 

Fiorisci

 

Bene, vediamo un po’ come fiorisci,
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o violenta,
che portamento prendi, dove inclini,
se nel morire infradici o insecchisci,
avanti su, io guardo, tu fiorisci.

Patrizia Cavalli, Poesie

 


 

 

 

Crash test

 


Maiali sono stati utilizzati per i crash test, nell'ambito di uno studio che si è tenuto in Cina. Legati con le corde ben strette e immobilizzati dalle cinture di sicurezza, hanno dovuto sopportare le conseguenze di incidenti simulati in un laboratorio specializzato. Sette di loro, durante le prove, sono morti. Per gli altri, le fratture non si contano più. Lo studio, del quale fa cenno anche l'International Journal of Crashworthiness, si era servito di cuccioli di maiale che, nelle intenzioni dei ricercatori, sarebbero stati ottimi sostituti dei bambini di sei anni, cui la ricerca era stata dedicata. Dai tamponamenti improvvisi, fino a veri e propri frontali, lanciati a 30 miglia all'ora, i maiali non hanno potuto fare altro che aspettare di subire l'ennesima tortura inflitta da chi, evidentemente, ignora quanto certi compiti siano già stati affidati a macchine e manichini da più di trent'anni.

 


 

 

 

 

L'ultimo dei signori

 

Io sono un figlio di famiglia e ti bacio con tanta gelosia
tu sei l'intenzione più seria più orgogliosa
ti stringo e sei mia
in una casa più alta e più bella di tutte quelle qui intorno
consumiamo la nostra passione, il nostro brevissimo giorno
Prima serata di tante altre notti in grande frenesia
di farti conquista piena riuscita
più dentro e più mia
senza il problema o il dispiacere di riuscire a capirci
dato e concesso di essere così vicini da sentirci attaccati
Io i miei fatti veri te li raccontavo sempre
ed i miei pensieri li cambiavi lentamente
e le mie ragioni le negavi spesso e volentieri
ed io per te l'ultimo Valterchiari
io per te l'ultimo dei signori
l'ultimo degli attori, dei grandi suonatori

E ora ti lascio al tuo sonno che invidio con tanta gelosia
per quel senso di sicurezza che mostri
se ti prende sei sua
e mentre la luce è indecisa se rallentare o far presto
ti ritrovo mai stanca e sempre perfetta tra le isole e il sale...








Vedere

 

Io sono un essere logico, e lo sono ancora di più quando la mia mente impazzisce per effetto della depressione maggiore. Questa è la parte più difficile da far comprendere a chi non si è mai ammalato di depressione, ma è anche il più subdolo degli inganni. Per un malato di depressione la visione è netta, senza nebbie. Una persona non affetta da depressione invece ha una visione sfocata, lavora di fantasia, interpreta, completa le forme come un bambino alle prese con i primi esercizi di geometria. L’opacità è dei sani. Lo è perché il non vedere l’esatta forma delle cose è il dispositivo di natura attraverso il quale ci salviamo da noi stessi.

Andrea Pomella, L’uomo che trema

 


 

 

 

venerdì 22 aprile 2022

Assange

 

 

Assange poteva subire l'ergastolo in una brutale autocrazia che perseguita chi svela crimini di guerra.
Ma per fortuna rischia solo 175 anni di carcere nel mondo libero che perseguita chi svela i crimini di guerra.
Gli è andata bene. Dopo 175 anni potrà rifarsi una vita. 

[L’Ideota]

 

 

 

 

Giornata della Terra 2022

 


 

 

 

 

giovedì 21 aprile 2022

Sintesi

Sintesi della giornata.

I corridoi umanitari russi a Mariupol non funzionano e i civili che sono ancora lì non riescono a lasciare la città. I militari ucraini asserragliati nell'acciaieria chiedono di essere evacuati da non ho capito chi in un paese terzo ma non si arrendono perché Kiev non li autorizza, e parlano al mondo come chi aspetta di morire da un momento all'altro.

Parlano al mondo anche i vertici russi annunciando un supermissile nuovo di zecca che può essere lanciato da un continente all'altro. Parla al mondo – ma questa non è una novità, lo fa ogni mattina – Zelensky, che continua a farneticare che gli avessimo mandato armi più potenti avrebbe già vinto la guerra da un pezzo.

Parla non si sa a chi Charles Michel, che è andato in Ucraina a fare turismo bellico in blue jeans e annuncia che l'Ucraina vincerà.

E’ sempre più chiaro che la Russia e l'Occidente si parlano attraverso l'Ucraina, e che l'Ucraina accetta questa posizione di tramite perché Zelensky, l'unico che fa politica, sta accumulando crediti da riscuotere nella Ue da quegli imbelli tipo i tedeschi che non gli mandano abbastanza armi. E’ altresì sempre più chiaro che la pornografia dell'orrore dispensata dai media nostrani sta passando il limite della sopportabilità. Ancora un po’ di ignavia politica e il consenso apparente a questa tragedia dell'ipocrisia salterà.

Ida Dominijanni 

 


 

 

mercoledì 20 aprile 2022

Primavera

 


 






Il mare

 

Ho il gusto delle cose vane, dei miei simili, dei volti, ma accanto alle cose del mondo ho una mia regola, che è il mare, e tutto quanto in questo mondo gli somigli.

Albert Camus, Diari americani

 






***



 

 

 

Britches

 

 

BRITCHES: STORIA DI UNA LIBERAZIONE

E' la notte del 20 aprile 1985.

Un gruppo di persone con il volto coperto entra nei laboratori dell'Università della California a Riverside per liberare gli animali e trova lei.

Britches, cucciolo di macaco dalla coda mozza di poche settimane, con le palpebre cucite e un dispositivo attaccato alla testa che emette suoni acuti a cadenze regolari. Il cucciolo è aggrappato a un feticcio di spugna, triste surrogato della madre.

Tolta alla vera madre appena nata, Britches fa parte di uno studio sulla cecità umana.

I fili di sutura sono troppo spessi per un cucciolo di quelle dimensioni, i tamponi sugli occhi luridi, Britches è traumatizzata e in cattive condizioni.

Il Fronte di Liberazione Animale documenta tutto, dalla liberazione alla cura e alla successiva riabilitazione.

Il presidente del Consiglio Americano Ciechi, Dr. Grant Mack definisce l' esperimento su Britches come "uno dei più ripugnanti e mal concepiti sprechi di tempo e denaro di cui abbia mai sentito parlare".

Assieme a Britches quella notte trovano la libertà anche 467 topi, gatti, opossum, piccioni, conigli e ratti, per un totale di 1115 animali.

Britches ha vissuto 20 anni, trascorsi al Primarily Primates Sanctuary, in Texas, che accoglie primati salvati dai laboratori.

https://www.facebook.com/bastadelfinari



 

 

 

martedì 19 aprile 2022

lunedì 18 aprile 2022

Not here

 

That there, that's not me

I go where I please

I'm not here

This isn't happening

I'm not here








Kindness

 


 




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domenica 17 aprile 2022

sabato 16 aprile 2022

Croce

 


 

 

 

 

Pasqua

 

 





Pastiera

 

La pastiera, quella vera, va fatta in casa. Punto e basta.

E badate bene, nessuna pastiera è mai uguale a un’altra.

La pastiera, diciamolo una volta per tutte, non mette d’accordo nessuno: getta scompiglio, crea zizzania, genera competizione, innesca una sorta di guerra civile partenopea (e non solo). Il motivo? Ogni famiglia è straconvinta di essere depositaria e custode della suprema formula, della ricetta per eccellenza. Una ricetta che, solitamente, si tramanda da generazione in generazione ed è stata annotata, in bella grafia, nel tardo medioevo, su di un quaderno senza copertina i cui fogli ingialliti si tengono ancora insieme con la sputazza. Oh, ma straconvinta che più straconvinta non si può! La ricetta di mammà, quella della nonna, chell ra bisnonna, chell ra vicina ‘e casa di quando abitavamo chissà dove, chell ra guardaport, chell ra sora e a nipote dell’amica ‘e chi te stramuort!
Immancabile, poi, è la ricetta dello zio che ha fatto il pasticciere da Scaturchio.
Ogni napoletano che si rispetti, per qualche misterioso motivo, ha avuto uno zio che faceva il pasticciere da Scaturchio ed ha trafugato, dal suo leggendario laboratorio, la ricetta segretissima. Talmente segreta ca’ a sann tutt quant, tranne i titolari della pasticceria Scaturchio.
Si cucinano pastiere da regalare a chiunque. Tutti sì scambiano pastiere con tutti, in mondo così compulsivo, al punto che, in questo turbinio di pastiere ca vann annanz e aret, alcune tornano persino indietro sotto forma di dono a chi quella pastiera l’aveva preparata giorni prima, ed è talmente “sicuro e padrone” della sua ricetta, che la mangia senza accorgersi che si tratta proprio della sua, arrivando persino ad esclamare: “vabbuò, nun pazziamm, io a faccio cientemila vote meglio!“.
Fatidico, infine, è il momento dell’apertura, il taglio della prima fetta a cui fa seguito l’assaggio. Lì, è la famiglia stessa che implode, la guerra civile si trasferisce tra le mura domestiche: “uaaaaaa è venuta perfetta”, “no era meglio l’anno passato”, “nun dicere strunzat, era meglio tre anni fa”, “è colpa ‘e chillu sfaccet ‘e furn”, “l’ann che vvene sarrà nu capolavoro”. Fino a quando non si leva alta una voce, la solita voce, che perentoria nella sua infinita saggezza esclama: Ma che ve ne fott?!! Magnate e stateve zitt!

Francesco Andreoli

 


 



venerdì 15 aprile 2022

Totò

 

Il 15 aprile di 55 anni fa moriva Antonio de Curtis in arte Totò.

«Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire.»

 


 

 

 

giovedì 14 aprile 2022

Il posto

 

È tranquillo qui. I gatti
poltriscono, ognuno
nel posto prediletto.
Il geranio si inclina da questo lato
per vedere se sto scrivendo di lui:
testa tutta petali, gambi
bruni, e quei ventagli verdi.
Come vedi,
sto scrivendo di te.
Accendo la radio. Sbagliato.
Non deve esserci nessun suono
in questa stanza, tranne
quello di una voce che legge una poesia.
I gatti chiedono
Il topo di campagna, di Theodore Roethke.
La casa si accomoda sul fianco
per un sonnellino.
So che siete con me, piante
e gatti — ma anche così ho paura,
seduta al centro della possibilità
perfetta.
Jane Kenyon

 


 

 

 

 

mercoledì 13 aprile 2022

Napoletani

 

Durante la visita di Hitler a Napoli nel 1938 un folto pubblico fu schierato lungo via Caracciolo, in attesa del suo passaggio su una macchina scoperta. Quando il Fuhrer passò in piedi nella macchina e tese il braccio nel saluto nazista, una voce dal pubblico non identificata ruppe il silenzio della cerimonia gridando: «Sta verenn’ si for’ chiove» (sta controllando se fuori piove). In quel momento si capì che il totalitarismo non avrebbe mai potuto conquistare l'animo dei Napoletani, proprio per quel senso innato dell'ironia, quella capacità di non prendersi troppo sul serio.
Con le 4 giornate (27-30 settembre 1943), Napoli fu la prima città europea a liberarsi da sola dall'occupazione delle forze armate tedesche. Soltanto due anni dopo, nel 1945, l'Italia intera fu liberata.

Tessy Luciano




 

martedì 12 aprile 2022

Khorakhané

 

 I "Khorakhané" (alla lettera: "Amanti del Corano") sono una tribù rom musulmana di origine serbo-montenegrina.

 

Accomunati agli Ebrei da uno stesso destino di morte furono almeno mezzo milione gli Zingari che persero la vita nei campi di sterminio nazisti. Ma è come se il vento ne avesse disperso la memoria. Eppure le sofferenze patite dai Rom e dai Sinti sono state terribili. Essi furono perseguitati, sterilizzati in massa, usati come cavie per esperimenti, ed infine destinati alle camere a gas ed ai crematori. Oltre ventimila vennero uccisi nel campo loro riservato ad Auschwitz-Birkenau, tra il febbraio 1943 e l’agosto 1944. Malgrado ciò nessuno zingaro venne chiamato a testimoniare nei processi ai gerarchi nazisti, neppure a Norimberga. Infine, quando in Germania alcuni sopravvissuti si decisero a chiedere un risarcimento, questo fu loro negato con il pretesto che le persecuzioni subite non erano motivate da ragioni razziali ma dalla loro “asocialità” (caratteristica che i nazisti attribuivano a ragioni biologiche e che quindi li destinava ad una “soluzione finale” al pari degli ebrei).   

Sergio Franzese

 








lunedì 11 aprile 2022

Senza qualità

 

Un tempo si poteva essere persone con una miglior coscienza rispetto a oggi. Gli uomini erano come steli nella messe: Dio, la grandine, il fuoco, le pestilenze e la guerra li piegavano di qua e di là, probabilmente con maggior violenza di oggi, ma tutti insieme, come città, come regione, come campo; e, per quel tanto di movimento personale che ancora gli restava, il singolo stelo poteva assumersene la responsabilità, ed era una questione chiaramente definita. 
Oggi invece la responsabilità ha il suo baricentro non nell’uomo, bensì nei nessi oggettivi. Non avete notato che le esperienze si sono rese indipendenti dall’uomo? Sono andate in scena: nei libri, nelle relazioni scientifiche o nei resoconti di viaggi, nei movimenti d’opinione o nelle comunità religiose, che coltivano determinati tipi di esperienza a spese di altri come in un tentativo di sperimentazione sociale; e qualora le esperienze non si trovino direttamente nel lavoro, aleggiano nell’aria; chi oggigiorno può ancora dire che la sua collera è davvero la sua collera, quando tante persone ci mettono bocca e ne sanno più di lui? S’è creato un mondo di qualità senza uomo, di esperienze senza colui che le vive, e paradossalmente sembra quasi che l’uomo non possa più avere alcuna esperienza privata e il gradevole peso della responsabilità personale debba stemperarsi in un repertorio di possibili significati. Probabilmente la dissoluzione di quel sistema antropocentrico che per tanto tempo ha tenuto l’uomo al centro dell’universo, ma che già da secoli va declinando, ha finalmente toccato anche l’Io, giacché credere che in un’esperienza l’importante sia il viverla, e in un’azione il compierla, comincia a sembrare un’ingenuità alla maggior parte degli uomini. 

Musil, L'uomo senza qualità

 


 



Armi

 

Sicuramente di mancate royalties non stanno soffrendo i membri della famiglia Agnelli-Elkann, che, attraverso la loro Iveco Defence Vehicles, producono il più ambito mezzo da guerra del conflitto ucraino: il Lince, come lo chiamiamo noi, o il Panther, come lo chiamano gli inglesi o, come è stato battezzato alla nascita, il Light Multirole Vehicle ovvero Veicolo Multiruolo leggero.
Un mezzo straordinario che, stando ai depliant pubblicitari, permette di fare cose incredibili: resistere, grazie alla blindatura, a colpi perforanti calibro 14 mm; passare, indenni, sopra a mine, anche quelle anticarro; essere praticamente invisibili, grazie a conformazione e “verniciatura assorbente”, a radar e termoscanner; guadare fiumi fino a un metro e mezzo di profondità e, incredibile a dirsi per un mezzo FIAT, garantire piena operatività a temperature fino a -32° o a + 49°.

Gli ucraini ne possiedono dieci, ma non glieli abbiamo dati noi, non fa parte del lotto di armi inviato da Roma a Kiev: no, se li sono presi da soli. Li hanno presi ai Russi.

L’esercito russo è, sorpresa sorpresissima sorpresa, quello che ha più Lince al mondo: 2.875 veicoli. Per intenderci, quasi 600 più degli italiani, che ne hanno 2.300, e oltre 2.000 più degli inglesi, che ne possiedono “appena” 800.

Fa pensare che l’Italia abbia inviato all’Ucraina armi che sparano proiettili da cui i soldati russi si proteggono, con buon esito, utilizzando mezzi da guerra prodotti e venduti dagli italiani.
Fa, poi, riflettere che a fingere di ripudiare la guerra e, allo stesso tempo, a fingere che le armi che produciamo e vendiamo siano esclusivamente per la difesa, comunque andrà a finire il conflitto russo-ucraino, chiunque ne sarà il vincitore, noi, noi italiani, primi costruttori e trafficanti di armi in Europa, ci avremo comunque guadagnato e parecchio.

William Beccaro

 


 



 

domenica 10 aprile 2022

sabato 9 aprile 2022

Fix you

 

 When you lose something you can't replace
When you love someone but it goes to waste
could it be worse?

I will try 

to fix you






Talking

 

STAI PARLANDO CON UNA
che oggi ha modellato cento funghi con il das.
che ha passato un pomeriggio intero a scrivere una
poesia con la pastina al farro
su una tela dipinta di azzurro chiaro.
che una volta era così felice di avere passato
indenne un capodanno
che si è messa a ballare per la stanza
è scivolata e si è rotta un piede
e la sua felicità – anche al pronto soccorso –
non è scemata minimamente.
che tiene una lavagna sotto il letto
dove scrive tutte le bugie che dice
a chi le dice e la data
e ogni mattina si ripassa lo schema generale.
che cerca di salvare i cuccioli di scarafaggio.
che mantiene sempre il patto narrativo
e così non può guardare i film dell’orrore
e neanche andare al luna park nel castello
della paura.
che si è colorata un paio di paperine con lo spray
argento
poi le ha indossate ed è uscita
e la sera a casa aveva i piedi completamente
luccicanti
due stelle brillanti nella via lattea
e la notte non ha dormito
per paura di morire intossicata dalla vernice.
che (molto tempo fa) ha ucciso alcuni pulcini
stringendoli troppo forte
e ha fatto saltare la dentiera a sua nonna materna
con un bacio con rincorsa.
che se le racconti qualcosa di vagamente ripugnante
o se sente un odore troppo forte
è capace di vomitare all’istante.
che – grappa&vinci grappa&vinci grappa&vinci –
da sempre le piace ubriacarsi
e farsi invitare a cena
da chiunque
a ogni latitudine
in qualsiasi tipo di ristorante.
che la cosa di cui ha più bisogno
è l’abbraccio
la comprensione
il sì del mondo.
quindi, per favore:
sciacquati la bocca prima di parlare.
e fammi volare. se ci riesci.

Francesca Genti

 



 

 

Afternoon

 

sono la principessa delle brugole

dei mille traslochi immaginati

in estati che non erano le mie

volevo essere una tenda verde

sui balconi serrati delle case

sbattere alla luce alle ringhiere

assorbire i pomeriggi poi sbiadire

Fernanda Woodman, Verso le cinque

 


 

 

venerdì 8 aprile 2022

False flags

 

 

 






Once more

 

Her house was bombed. It was time to leave Kiev, but not before she played her piano once more.

 


 

 

 

 

Still I rise

 

Puoi infangarmi nella storia
con le tue amare, contorte bugie.
Puoi schiacciarmi nella terra
ma, come la polvere,
io mi rialzo.

La mia sfacciataggine ti disturba?
Perché sei afflitto dallo sconforto?
Perché cammino come se avessi pozzi di petrolio
che pompano nel mio salotto.

Proprio come le lune e i soli,
con la certezza delle maree,
come le speranze che volano alte,
io mi rialzo.

Volevi vedermi spezzata?
Con la testa china e gli occhi bassi?
Spalle cadenti come lacrime,
indebolite dai pianti della mia anima?

La mia superbia ti offende?
Non te la prendere così tanto
perché io rido come se avessi miniere d’oro
scavate nel mio giardino.

Puoi ferirmi con le tue parole,
puoi trafiggermi con i tuoi sguardi,
puoi uccidermi con il tuo odio,
eppure, come la vita,
io mi rialzo.

La mia sensualità ti disturba?
Ti coglie di sorpresa
che io danzi come se avessi diamanti
all’
incrocio delle mie cosce?

Dalle capanne della storia ignobile
io mi rialzo.
Da un passato radicato nel dolore
io mi rialzo.
Sono un oceano nero, impetuoso e vasto
che traboccante e gonfio avanza con la marea.

Lasciandomi indietro notti di terrore e paura
io mi rialzo
in un nuovo giorno miracolosamente chiaro
io mi rialzo.
Portando i doni lasciati dai miei antenati,
sono la speranza e il sogno dello schiavo.
E così
mi rialzo,
mi rialzo
mi rialzo.

Maya Angelou