martedì 7 febbraio 2012

Sulla morte, senza esagerare



[Si desidera la morte solo nei malesseri vaghi; la si fugge al minimo malessere preciso.
   (E. Cioran)]


Sulla morte, senza esagerare                             


Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno fin ora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova. Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza        
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.  
Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte                                                                             
è sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia                                        
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre

il tempo raggiunto.                             

(Wisława Szymborska)  





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