Adamsberg
era capace di riflettere solo camminando. Se lo si poteva definire
riflettere. Già da tempo aveva ammesso che per lui pensare non aveva
niente a che fare con l'abituale definizione di questa attività.
Formare, articolare idee e giudizi. Non che non avesse provato,
standosene seduto su una bella sedia, appoggiando i gomiti su un
tavolo sgombro, prendendo carta e penna, stringendosi la fronte con
le dita, tutti tentativi che gli avevano semplicemente disconnesso i
circuiti logici. La sua mente destrutturata gli ricordava una carta
muta, un magma in cui nulla riusciva a isolarsi, a identificarsi come
Idea. Tutto sembrava sempre raccordabile con tutto, per viottoli
obliqui dove si intrecciavano rumori, parole, odori, frammenti,
ricordi, immagini, echi, granelli di polvere.
Fred
Vargas, Nei boschi eterni
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