venerdì 22 aprile 2016

Riflettere camminando



Adamsberg era capace di riflettere solo camminando. Se lo si poteva definire riflettere. Già da tempo aveva ammesso che per lui pensare non aveva niente a che fare con l'abituale definizione di questa attività. Formare, articolare idee e giudizi. Non che non avesse provato, standosene seduto su una bella sedia, appoggiando i gomiti su un tavolo sgombro, prendendo carta e penna, stringendosi la fronte con le dita, tutti tentativi che gli avevano semplicemente disconnesso i circuiti logici. La sua mente destrutturata gli ricordava una carta muta, un magma in cui nulla riusciva a isolarsi, a identificarsi come Idea. Tutto sembrava sempre raccordabile con tutto, per viottoli obliqui dove si intrecciavano rumori, parole, odori, frammenti, ricordi, immagini, echi, granelli di polvere. 
 
Fred Vargas, Nei boschi eterni



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