venerdì 28 gennaio 2011

Leggere (3)


La lettura ha un aspetto ambiguo: è possessiva. … il libro letto non è un oggetto realmente distinto da me stesso … esso è  me e non me.
… …   tutti i libri sono, in grado minore, delle not-me possession: non me ne separo volentieri, vorrei sempre averli addosso. 
Perciò mi dispiace darli ad altri, non solo prestarli… ma persino darne i titoli. Non vorrei consigliare a nessuno un libro che amo: se lo amasse, mi darebbe fastidio perché me ne spossesserebbe un poco, ma se lo amasse e me lo dicesse – e se, per complicare ancora la situazione, io amassi l’altro – ciò sarebbe molto più grave. 
Il libro rischierebbe di svalutarsi, e io di perdere uno degli oggetti che mi compongono; certo sceglierei: o il libro o l’amico. 
Da ciò discende inoltre la difficoltà a offrire un libro, tanto più se lo si ama o se si ama colui al quale l’offriamo. Lettura e transfert sono due cose delicate da mescolare” 

(Barthes/Compagnon)    
Inviare un libro a qualcuno è commettere un'effrazione, è una violazione di domicilio. Vuol dire invadere la sua solitudine, quello che egli ha di più sacro, vuol dire obbligarlo a rinunciare a se stesso per pensare ai tuoi pensieri. (E. M. Cioran) 
                                                                                    

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