“Dimmi, in quale preciso momento un individuo smette di essere quello che crede di essere? Ti tagli un braccio, va bene, io dico: – Me e il mio braccio -. Ti tagli anche l’altro braccio, io dico: – Me e le mie due braccia -. Togli il mio stomaco, i miei reni, ammettendo che sia possibile, io dico: – Me e il mio intestino -. Stai seguendo, vero? E se ora mi tagli pure la testa che cosa dici?: – Me… me e la mia testa o me e il mio corpo? – Che diritto ha la mia testa di chiamarsi me? Che diritto?”
(dal film “L’inquilino del terzo piano”, di Roman Polanski)
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