Il
demagogo è l’esatto contrario del pedagogo, sebbene entrambi si rivolgano al
sentimento di solitudine dell’essere umano. Il pedagogo nutre la nostra
solitudine ontologica di un sapere proteiforme, sviluppa la nostra curiosità,
stuzzica il nostro appetito di ricerca, stimola il nostro atteggiamento
critico, esercita sul nostro spirito un’influenza che non diventa mai dominio,
insomma contribuisce a farci diventare degli
individui riflessivi, aperti e tolleranti, la cui unione costituisce una
comunità umana democraticamente vivibile.
Al contrario, il demagogo confisca a proprio vantaggio il
sentimento di solitudine suscitato dai fallimenti, dalle lacune, dalle
frustrazioni, dalle sofferenze, dalle paure e dai risentimenti. Sostituisce il
dogma allo spirito critico, lo slogan al ragionamento, le voci incontrollate ai
fatti stabiliti, le cieche convinzioni ai dubbi intelligenti, le credenze ai
saperi, il diktat indiscutibile alle istituzioni misurate, e soprattutto, designa
il colpevole, presentandosi come un vendicatore provvidenziale. Così facendo,
sprigiona fascino, nel senso più arcaico del termine, e lo esercita: il
demagogo è il pifferaio magico che ci strappa alla solitudine e noi siamo i
bambini spaesati che lo seguono in massa verso il fiume in cui annegheremo.
Daniel Pennac
Civati's story:
RispondiElimina"Mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo proprio".
Ecco, non venire proprio!
Vota antonio, vota antonio, votaaa antooniooooo!!
Vabbè, si è fatto un po' di pubblicità, adesso ritorniamo nei ranghi (con sofferenza!!!).
Un uomo ridicolo ( e poi è bello, come diceva Cossiga di Casini).
Saluta i Gatti.
Rob
... e che ti posso dire? pensavo fosse serio...
RispondiEliminai gatti ricambiano!