Il Poligono Interforze
Sperimentale del Salto di Quirra è nato il primo luglio del 1956. Si estende
tra terra e mare per un'area di 12.700 ettari in Sardegna, nella regione
dell'Ogliastra e del Sarrabus. E' l’unico poligono sperimentale italiano e il
più grande d’Europa. E' composto da personale proveniente dall’aeronautica
militare, dall’esercito italiano e dalla marina militare. Vi si addestrano
unità della Nato e della Sesta Flotta con attività nelle varie combinazioni
terra-aria-mare. Nel poligono vengono testati i missili e i razzi del Ministero
della Difesa e lo spazio viene messo a disposizione di ditte private italiane e
straniere per provare armi e materiali di nuova generazione e altamente
tecnologici. Il costo di una singola sessione si aggira attorno ai 50 mila euro
all'ora. Per oltre cinquant’ anni francesi, svizzeri, russi, tedeschi,
israeliani, cinesi, libici e altri ancora hanno scelto questo luogo a bassa
intensità abitativa e dal territorio variegato per sperimentare "armi
nuove", mentre quelle a scadenza ravvicinata sono state fatte brillare,
disperdendo nell'aria elementi tossici e nanoparticelle poi assorbite dai
terreni del pascolo. Nel gennaio 2011, su ordine di Domenico Fiordalisi,
Procuratore della Repubblica di Lanusei, la Squadra mobile di Nuoro ha posto sotto sequestro
dei bersagli e dei radar situati nell’area militare, con l'ipotesi di omissione
di cautele e di atti d'ufficio per mancati controlli sanitari. L'ipotesi di
reato riguarda l'insorgenza in proporzioni insolite di linfomi, leucemie,
malformazioni e altre patologie tra i militari, i lavoratori civili della base,
i pastori concessionari del pascolo nell'area del poligono e i civili abitanti
nei centri vicini. Tutto questo sarebbe dovuto all’uso massiccio e continuo di
armi e materiali altamente radioattivi.
Centotrenta chilometri
quadrati di terra selvaggia e mare bellissimo, interdetto, però, alla
navigazione e alla pesca, e sfregiato nei suoi fondali da ogni sorta di rifiuto
militare: obici, bombe inesplose, pezzi di missile, come hanno documentato i
sommozzatori inviati da Fiordalisi per inserire anche questo tassello nella
mole di dati, reperti, analisi e testimonianze che costituiscono il nerbo di
un'inchiesta ambientale che per la prima volta in Italia ha intaccato la
sacralità di un'istituzione militare .
Il Poligono è diviso in
due aree. Quella a mare, di 2mila ettari per 50 chilometri di
costa, verso cui, attraverso le rampe, avvengono i lanci di missili terra aria
che viaggiano verso bersagli simulati e che riducono i fondali a un'immensa
pattumiera. L'area a terra, di 12 mila ettari, è invece utilizzata per
l'addestramento al tiro dagli elicotteri e con mezzi corazzati e di
artiglieria. Qui fino al 2003 vennero lanciati 1187 dei famigerati missili
anticarro Milan, di fabbricazione francese, ritirati poi proprio perché
considerati pericolosi a causa del rilascio di torio radioattivo contenuto nei
loro sistemi di guida. È in quest'area, in zona Torri, esposta a tutti i venti
perché a 600 metri
sul livello del mare, che avveniva, dal 1984 al 2008, quella sorta di tiro al
bersaglio contro munizioni e sistemi d'arma ormai obsoleti, che il Procuratore
Fiordalisi cita nell'atto d'accusa contro i generali. "Enormi quantità di
munizioni e bombe fuori uso che provenivano dagli arsenali di tutt'Italia e
varie teste di missili Nike, che avevano valvole radioattive, con cariche di
biglie al tugsteno, altamente cancerogene se vaporizzate nell'aria e respirate...
e missili anticarro come il Tow che contiene amianto".
Forti esplosioni che, secondo i periti della Procura, producevano nuvole di nanoparticelle che poi ingerite per via diretta o attraverso il cibo e l'acqua avrebbero provocato un centinaio di morti tra i 167 ammalati di tumori, accertati tra pastori e altri abitanti e dipendenti civili e militari del poligono. Esplosioni provocate anche da altri tipi di esperimenti. Come i bombardamenti contro simulazioni di gasdotti e condotte petrolifere, per testarne la resistenza in caso di attentati.
Oltre ai morti, sostiene Fiordalisi nella sua indagine, vanno contate le deformità di animali e persone. Agnelli nati con un solo occhio e con mostruose alterazioni, secondo le segnalazioni di due veterinari della zona, dalle rivelazioni dei quali è nata l'inchiesta. Ma anche numerosi casi di bimbi malformati e menomati. Nel paese di Escalaplano è morta, all'età di 25 anni, Maria Grazia, una ragazza nata nel 1988 con gravi menomazioni. In quell'anno, nel paesino che conta poco più di duemila abitanti, furono ben 14 i bambini nati con malformazioni o tumori mortali.
Forti esplosioni che, secondo i periti della Procura, producevano nuvole di nanoparticelle che poi ingerite per via diretta o attraverso il cibo e l'acqua avrebbero provocato un centinaio di morti tra i 167 ammalati di tumori, accertati tra pastori e altri abitanti e dipendenti civili e militari del poligono. Esplosioni provocate anche da altri tipi di esperimenti. Come i bombardamenti contro simulazioni di gasdotti e condotte petrolifere, per testarne la resistenza in caso di attentati.
Oltre ai morti, sostiene Fiordalisi nella sua indagine, vanno contate le deformità di animali e persone. Agnelli nati con un solo occhio e con mostruose alterazioni, secondo le segnalazioni di due veterinari della zona, dalle rivelazioni dei quali è nata l'inchiesta. Ma anche numerosi casi di bimbi malformati e menomati. Nel paese di Escalaplano è morta, all'età di 25 anni, Maria Grazia, una ragazza nata nel 1988 con gravi menomazioni. In quell'anno, nel paesino che conta poco più di duemila abitanti, furono ben 14 i bambini nati con malformazioni o tumori mortali.
E c’è chi registra i casi che
riguardano il bestiame: gli aborti sono all’ordine del giorno, si contano
agnelli, maiali, vitelli nati con mostruose mutazioni. Sei zampe, un solo
occhio, due teste. L’orrore della guerra, a Quirra, ha contaminato la natura.
Le Asl di Cagliari e Lanusei
rivelarono che il 65% degli allevatori di Quirra era ammalato di leucemia
e si riscontravano numerose malformazioni. Colpa, sostennero allora le Asl,
dell’uranio impoverito utilizzato dai militari nelle esercitazioni
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