IL MALE ASSOLUTO
Ovviamente
il male assoluto non esiste. Male e bene sono sempre relativi a
qualcuno. Per esempio, se dai fuoco alle macchine fai del male ai
loro proprietari ma fai del bene all'industria automobilistica. Il
fatto che in molti posti questo sia vietato, non significa che sia
considerato un male assoluto (la sacralità del motore a scoppio), ma
significa che al bene del mercato dell'auto si preferisce il bene dei
proprietari di auto. Sono scelte discutibili, lo so, ma hanno una
loro relativa logica. Quando invece in un posto si fanno leggi non
perché sono utili agli abitanti del posto, ma per seguire un
presunto bene assoluto, allora bisogna preoccuparsi, perché un
giorno questo bene assoluto può essere "non bruciare le
macchine", che va bene, ma il giorno dopo può essere "bruciare
te", che va meno bene. Purtroppo le persone hanno la tendenza ad
assolutizzare tutto. Non dicono "il prosciutto non mi piace",
dicono "mangiare prosciutto è male", e se potessero
impedirebbero a tutto il mondo di mangiare prosciutto, con le buone o
con le cattive.
Quando
però un male è relativo a così tante persone da essere
praticamente relativo a tutta l'umanità, allora è come se fosse un
male assoluto. Per esempio, se i cani prendessero improvvisamente il
potere, questo sarebbe un male "assoluto".
O
forse no, forse a qualcuno piacerebbe. In fondo c'è gente a cui
piace lavorare, non mi stupirei che ci fosse qualcuno a cui
piacerebbe farsi portare al guinzaglio da un cane.
Il
male relativo più simile al male assoluto che io conosca, quello che
a ben vedere è alla radice di tutte le cose più esecrande che da
millenni affliggono l'umanità, dalla caccia alle streghe al suono
del clacson, è il provare istintivamente disprezzo per chi non
capiamo. Per farsi un'idea, basta cercare su Twitter "che
problemi hanno quelli che".
In
realtà tutti questi tweet dicono sempre la stessa cosa: “ma quelli
che non sono esattamente come me che problemi hanno?", ed è su
questo che si fonda ogni razzismo, integralismo, bullismo,
qualunquismo, vandalismo e tante altre cose che finiscono con “ismo".
Disprezzare a prescindere è un male per chi è disprezzato, perché
non viene capito, ma è un male anche per chi disprezza perché,
disprezzando, si preclude la possibilità di capire.
Il
male non sta nel disprezzare. Disprezzare è ok. Il male sta nel
disprezzare prima di aver provato a capire. Prima capisci, poi
disprezzi. In molti casi, poi, succede che quando hai capito, non hai
più neanche voglia di disprezzare.
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