lunedì 5 ottobre 2015

Disprezzo



IL MALE ASSOLUTO

 

Ovviamente il male assoluto non esiste. Male e bene sono sempre relativi a qualcuno. Per esempio, se dai fuoco alle macchine fai del male ai loro proprietari ma fai del bene all'industria automobilistica. Il fatto che in molti posti questo sia vietato, non significa che sia considerato un male assoluto (la sacralità del motore a scoppio), ma significa che al bene del mercato dell'auto si preferisce il bene dei proprietari di auto. Sono scelte discutibili, lo so, ma hanno una loro relativa logica. Quando invece in un posto si fanno leggi non perché sono utili agli abitanti del posto, ma per seguire un presunto bene assoluto, allora bisogna preoccuparsi, perché un giorno questo bene assoluto può essere "non bruciare le macchine", che va bene, ma il giorno dopo può essere "bruciare te", che va meno bene. Purtroppo le persone hanno la tendenza ad assolutizzare tutto. Non dicono "il prosciutto non mi piace", dicono "mangiare prosciutto è male", e se potessero impedirebbero a tutto il mondo di mangiare prosciutto, con le buone o con le cattive.
Quando però un male è relativo a così tante persone da essere praticamente relativo a tutta l'umanità, allora è come se fosse un male assoluto. Per esempio, se i cani prendessero improvvisamente il potere, questo sarebbe un male "assoluto".
O forse no, forse a qualcuno piacerebbe. In fondo c'è gente a cui piace lavorare, non mi stupirei che ci fosse qualcuno a cui piacerebbe farsi portare al guinzaglio da un cane.
Il male relativo più simile al male assoluto che io conosca, quello che a ben vedere è alla radice di tutte le cose più esecrande che da millenni affliggono l'umanità, dalla caccia alle streghe al suono del clacson, è il provare istintivamente disprezzo per chi non capiamo. Per farsi un'idea, basta cercare su Twitter "che problemi hanno quelli che".


In realtà tutti questi tweet dicono sempre la stessa cosa: “ma quelli che non sono esattamente come me che problemi hanno?", ed è su questo che si fonda ogni razzismo, integralismo, bullismo, qualunquismo, vandalismo e tante altre cose che finiscono con “ismo". Disprezzare a prescindere è un male per chi è disprezzato, perché non viene capito, ma è un male anche per chi disprezza perché, disprezzando, si preclude la possibilità di capire.
Il male non sta nel disprezzare. Disprezzare è ok. Il male sta nel disprezzare prima di aver provato a capire. Prima capisci, poi disprezzi. In molti casi, poi, succede che quando hai capito, non hai più neanche voglia di disprezzare.


Pubblicato da Smeriglia | 4.10.15







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