La
persona che ha una così detta "depressione psicotica" e
cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette "per sfiducia"
o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella
vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché
improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona
in cui l'invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello
insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si
butterà da un palazzo in fiamme. Non vi sbagliate sulle persone che
si buttano dalle finestre in fiamme. Il loro terrore di cadere da una
grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo
davanti alla finestra per dare un'occhiata al paesaggio; cioè la
paura di cadere rimane una costante. Qui la variabile è l'altro
terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire
per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori. Non è il
desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme. Eppure nessuno di
quelli in strada che guardano in su e urlano "No!" e
"Aspetta!" riesce a capire il salto. Dovresti essere stato
intrappolato anche tu e aver sentito le fiamme per capire davvero un
terrore molto peggiore di quello della caduta.
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