domenica 29 aprile 2018
Lettura
I
libri? Sì, leggo molto, ho sempre letto molto. No, non so se ci
intendiamo. Preferisco leggere per terra, anche a letto, quasi sempre
sdraiata, no, qui non si tratta tanto dei libri, ha a che fare
soprattutto con la lettura, col nero sul bianco, con le lettere, le
sillabe, le righe, queste inumane fissazioni, i segni, questi
elementi determinati, questo delirio cristallizzato in espressione,
che viene dagli uomini. Mi creda, l’espressione è delirio,
scaturisce dal nostro delirio. Ha anche a che fare col voltare le
pagine, con il correre da una pagina all’altra, con la fuga, con la
complicità di uno sfogo frenetico, ininterrotto, ha a che fare con
la nefandezza di un enjambement, con l’assicurazione sulla vita in
una frase sola, con l’assicurazione reversibile delle frasi nella
vita. Leggere è un vizio che può sostituire gli altri vizi o a
volte al loro posto aiuta tutti i vizi a vivere intensamente, è una
perversione, un morbo divorante.
No, non prendo droghe, prendo solo
libri, veramente ho anche delle preferenze, molti libri non mi fanno
bene, certi li prendo solo al mattino, altri soltanto la notte, ci
sono libri che non lascio mai, vado in giro con loro per la casa, li
porto dal soggiorno alla cucina, li leggo in piedi nel corridoio, non
uso segnalibri, non muovo la bocca nel leggere, ho imparato presto a
leggere bene, non mi ricordo del metodo, ma dovrebbe occuparsene lei
piuttosto, nelle nostre scuole elementari di provincia deve essere
stato eccellente, allora, quando io imparai a leggere. Sì, anch’io
mi sono stupita, ma tardi, che in altri paesi la gente non sappia
leggere, almeno non rapidamente, ma la velocità è importante, non
solo la concentrazione, capisce, chi potrà biascicare senza nausea
una frase semplice o complicata, rimuginandola con gli occhi o
perfino con la bocca; una frase che consista solo in un soggetto e in
predicato va goduta rapidamente, una frase con molti incisi proprio
per questo va presa con una velocità pazzesca, con un impercettibile
slalom delle pupille, perché altrimenti non si dà, una frase deve
‘darsi’ a un lettore. Io non potrei “aprirmi un varco”
attraverso un libro, rischierei quasi di occuparmi di qualcosa.
Ingeborg
Bachmann, Malina
lunedì 23 aprile 2018
domenica 22 aprile 2018
giovedì 19 aprile 2018
martedì 17 aprile 2018
Scelte
Niente
è più liberatorio della solitudine che ci siamo scelti da soli.
lunedì 16 aprile 2018
Lacrime
Quanto
pesa una lacrima?
La
lacrima di un bambino capriccioso
pesa
meno del vento,
quella
di un bambino affamato
pesa
più di tutta la terra.
G.
Rodari
domenica 15 aprile 2018
sabato 14 aprile 2018
venerdì 13 aprile 2018
Noia
La
noia è, per così dire, la nostra finestra sul tempo, su quelle
proprietà del tempo che siamo inclini a ignorare, con possibili
rischi per l’equilibrio mentale. In breve, è la vostra finestra
sull’infinità del tempo, in altre parole, sulla vostra
insignificanza all’interno di esso. È questo forse che spiega il
terrore di serate solitarie e torpide, o il fascino che esercita
talvolta su di noi un granello di polvere sospeso in un raggio di
sole, mentre da qualche parte si sente il ticchettio di un orologio ,
e la giornata è calda, la volontà a zero.
Una
volta che questa finestra si è aperta, non cercate di richiuderla;
anzi, spalancatela. Perché la noia parla il linguaggio del tempo, e
vi insegnerà la lezione più preziosa della vostra vita – quella
che non avete appreso qui, su questi verdi prati –, la lezione
della vostra completa insignificanza. È importante per voi così
come per quelli con cui vi troverete a contatto. «Tu sei finito»,
vi dice il tempo con la voce della noia «e qualsiasi cosa tu faccia
è, dal mio punto di vista, futile». Questa non sarà, ovviamente,
musica per le vostre orecchie; eppure, il senso di futilità, la
percezione del significato ristretto finanche delle vostre azioni
migliori, più veementi, è meglio dell’illusione riguardo alle
loro conseguenze e all’autostima che ne consegue.
Infinito
Una
frase che amo molto è il postulato di Dedekind sulla compressione
lineare.
Dice - più o meno - che in qualunque punto della successione numerica, all'interno di un qualsiasi piccolo, esiguo intervallo, si può trovare l'infinito.
Dice - più o meno - che in qualunque punto della successione numerica, all'interno di un qualsiasi piccolo, esiguo intervallo, si può trovare l'infinito.
Hoeg,
Il senso di Smilla per la neve
mercoledì 11 aprile 2018
lunedì 9 aprile 2018
Amicizia
Ho
capito qual è l’unico significato che al giorno d’oggi può
avere l’amicizia: è indispensabile all’uomo per il buon
funzionamento della sua memoria.
Ricordarsi
del proprio passato, portarselo sempre dietro, è forse la condizione
necessaria per salvaguardare, come si suol dire, l’integrità
dell’io. Per fare in modo che l’io non rimpicciolisca, che
mantenga immutato il proprio volume, bisogna innaffiare i ricordi
come dei fiori in vaso, e tale operazione richiede un contatto
regolare con i testimoni del passato – ossia con gli amici, che
sono il nostro specchio, la nostra memoria. Da loro non pretendiamo
altro se non che, di tanto in tanto, lucidino quello specchio perché
noi ci si possa guardare dentro… al giorno d’oggi l’amicizia,
svuotata del suo contenuto originario, si è trasformata in un
contratto basato sullo scambio di riguardi, insomma in una sorta di
patto di cortesia.
Kundera,
L’insostenibile leggerezza dell’essere
Lettere contro la guerra
In
fondo trovo difficile questo definirmi. Sono arrivato alla mia età
senza mai aver voluto appartenere a nulla, non a una chiesa, non a
una religione: non ho avuto la tessera di nessun partito, non mi sono
mai iscritto a nessuna associazione, né a quella dei cacciatori né
a quella per la protezione degli animali. Non perché non stia
naturalmente dalla parte degli uccellini, ma perché qualunque
organizzazione mi sta stretta. Ho bisogno di sentirmi libero. E
questa libertà è faticosa perché ogni volta, davanti ad una
situazione, quando bisogna decidere cosa pensare, cosa fare, si può
solo ricorrere alla propria testa, al proprio cuore e non alla facile
linea, pronta all’uso, di un partito o alle parole di un testo
sacro.
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra
domenica 8 aprile 2018
giovedì 5 aprile 2018
mercoledì 4 aprile 2018
Free will
I cannot know what I would be if I were not me,
I can only guess me
So when I say that I know me, how can I know that?
I would disperse, be disconnected. Is this possible?
Let
me off please, I am so tired
Let
me off please, I am so very tired
lunedì 2 aprile 2018
domenica 1 aprile 2018
Black
La
Paradisea Superba (Lophorina superba), uno dei più affascinanti
uccelli del paradiso, ha evoluto piume così nere da essere
paragonabili al materiale più nero creato dall'uomo, il Vantablack,
presentato al mondo nel 2014 dall'azienda britannica Surrey
NanoSystems. A differenza di quest'ultimo, il cui nero è dovuto a
milioni di strati di nanotubi di carbonio, le “super penne” degli
uccelli del paradiso presentano una struttura di minuscole barbule
che ricorda una barriera corallina in miniatura, o alberi con foglie
pressate l'una contro l'altra.
Per capire in che modo queste
penne hanno sviluppato un nero così intenso, gli scienziati
dell'Università di Harvard le hanno osservate con un potentissimo
microscopio elettronico a scansione, determinando che si tratta di
vere e proprie “trappole per la luce”. A causa della loro
struttura frastagliata e complessa, infatti, la luce che le colpisce
viene dispersa ripetutamente all'interno di questo labirinto, e
invece di essere riflessa verso l'osservatore viene letteralmente
assorbita. Le penne sono così efficaci che riescono ad assorbire
fino al 99,95 percento della luce incidente. Poiché il nero è
dovuto alla struttura fisica e non al pigmento, i ricercatori non
hanno osservato alcun cambiamento nemmeno dopo aver dipinto d'oro le
microstrutture.
Ma perché la paradisea superba ha bisogno di
penne così nere? La ragione è evolutiva e la risposta è semplice:
perché piacciono alle femmine. Queste ultime, infatti, come avviene
in numerose specie di uccelli, hanno una colorazione criptica,
generalmente marroncina che le aiuta a confondersi nell'ambiente,
mentre i maschi esibiscono le super penne nere che circondano una
struttura di un verde/azzurro brillante. Durante le spettacolari
danze di corteggiamento le femmine verificano attentamente i dettagli
del piumaggio, e si accoppiano soltanto con i maschi che riescono a
soddisfare i loro sofisticatissimi gusti estetici. Il super nero
blocca la visione periferica delle femmine, che restano così
concentrate e ammaliate dai colori brillanti esibiti durante il
balletto di corteggiamento.
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