La
noia è, per così dire, la nostra finestra sul tempo, su quelle
proprietà del tempo che siamo inclini a ignorare, con possibili
rischi per l’equilibrio mentale. In breve, è la vostra finestra
sull’infinità del tempo, in altre parole, sulla vostra
insignificanza all’interno di esso. È questo forse che spiega il
terrore di serate solitarie e torpide, o il fascino che esercita
talvolta su di noi un granello di polvere sospeso in un raggio di
sole, mentre da qualche parte si sente il ticchettio di un orologio ,
e la giornata è calda, la volontà a zero.
Una
volta che questa finestra si è aperta, non cercate di richiuderla;
anzi, spalancatela. Perché la noia parla il linguaggio del tempo, e
vi insegnerà la lezione più preziosa della vostra vita – quella
che non avete appreso qui, su questi verdi prati –, la lezione
della vostra completa insignificanza. È importante per voi così
come per quelli con cui vi troverete a contatto. «Tu sei finito»,
vi dice il tempo con la voce della noia «e qualsiasi cosa tu faccia
è, dal mio punto di vista, futile». Questa non sarà, ovviamente,
musica per le vostre orecchie; eppure, il senso di futilità, la
percezione del significato ristretto finanche delle vostre azioni
migliori, più veementi, è meglio dell’illusione riguardo alle
loro conseguenze e all’autostima che ne consegue.
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