Quando
i miei pensieri sono ansiosi, inquieti e cattivi, vado in riva al
mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni
larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò
che in me è disorientato e confuso.
giovedì 26 settembre 2019
lunedì 23 settembre 2019
Pinne di squalo
Sapete
come sono morti questi squali?
Sono stati pescati, tirati a bordo delle barche e mentre si agitavano un uomo con un coltello affilato taglia loro le pinne e la coda richieste dal mercato asiatico ed ingrediente essenziale per la zuppa, poi ancora vivi vengono ributtati in mare; impossibilitati al nuoto gli squali vanno sul fondo dove muoiono annegati per l'impossibilità di far passare acqua ricca di ossigeno nelle branchie, muoiono lentamente tra atroci sofferenze... nel mondo ne vengono uccisi ogni anno più di 100 milioni, molte specie di squali sono a rischio estinzione (…)
Sono stati pescati, tirati a bordo delle barche e mentre si agitavano un uomo con un coltello affilato taglia loro le pinne e la coda richieste dal mercato asiatico ed ingrediente essenziale per la zuppa, poi ancora vivi vengono ributtati in mare; impossibilitati al nuoto gli squali vanno sul fondo dove muoiono annegati per l'impossibilità di far passare acqua ricca di ossigeno nelle branchie, muoiono lentamente tra atroci sofferenze... nel mondo ne vengono uccisi ogni anno più di 100 milioni, molte specie di squali sono a rischio estinzione (…)
Gli
squali sono importantissimi per mantenere in salute ed equilibrio gli
ecosistemi oceanici, la perdita di questo magnifico predatore sarebbe
un danno gravissimo per gli oceani di tutto il mondo e per tutti noi
Silvana Boninchi
domenica 22 settembre 2019
Cibo
Quando i tempi sono incerti, la gente si sente costretta a mangiare in eccesso. La città è piena di simili adulti e bambini obesi, pance cascanti, gambe corte, che si muovono come anatre. Faticano a emergere dalle utilitarie, si mettono in tuta e corrono a famiglie intere in campagna; camminano per strada con il cibo dipinto in faccia; mangiano nei negozi, in auto, nei parcheggi, nelle code degli autobus e nelle sale del cinema, sotto la maestosità degli alberi.
Don De Lillo, Rumore bianco
Caccia alla volpe
Quel
gran condottiero di mio padre partì per la caccia alla volpe insieme
a certi amici suoi.
Avevo
12 anni e nessuna voglia di partecipare. Ho sempre amato le volpi. È
vero, sono furbe, "ma mettiamo le reti più spesse", dissi
più volte al babbo. Ma lui voleva sgranchirsi le gambe ed il
grilletto e si diresse alla collina del Mezzadro.
Si
erano divisi in gruppi da 5, coi cani e quei sorrisi cattivi che ho
visto solo ai grandi. Non ce l'hanno le iene quei sorrisi. Isolarono
il bosco della Faraona, in lontananza i fragori delle bombette e le
urla.
Dal
limitar del bosco sentivo i rumori della fuga di migliaia di animali.
Sembrava che venissero tutti a me: i cinghiali, un istrice, due
daini, gli uccelli scurirono una quercia immensa in pieno giorno.
E
poi una piccola volpe. Non aveva paura. In fondo ero un bambino,
silenzioso e disarmato. Ci guardammo per quasi un minuto.
In
vicinanza perigliosa giunsero passi concitati e latrati di cani. La
volpe si voltò alla fuga, ma io, senza pensarci, scavalcai il
cancelletto e volli seguirla in un disperato tentativo.
Saltellava
terrorizzata, così, senza criterio. Io a lei dietro, rapido come non
mai, scorticato dai rovi, ma con in testa un motivo di orgoglio che
mi teneva alto il cuore.
Qualcuno
gridò: "Attenti c'è un bambino!", "Cazzo ci fa
qui?", "Ma è il figlio di sor Augusto". Io guadagnai
ancora qualche decina di metri.
La
volpe trovò il passo bloccato dalla muta dei cani giù a valle, e si
intrufolò dentro ad un buco piccino, nel tufo e radici.
Tempo
immantinente, i cani a braccare da sotto, i cacciatori da sopra. In
mezzo, accanto alla tana, unico baluardo di salvezza un bambino.
Non
ci pensai mica tanto. Entrai di soppiatto, a fatica nel buio. Mi
sentii mordere la mano e la faccia, ma non piansi e me ne restai lì
accanto ad una massa di peli caldi. Non venni più morso, la volpe
capì.
Davanti
alla tana i cani già pronti ad entrare, i petardi, annusavo dei
fumi.
Qualcuno
avvisò il gruppo: "C'è un bambino qui dentro, è Giannino del
sor Augusto". "Ma sarà matto!? ".
Giunse
mio padre con la torcia: "Giannino cosa fai là dentro, ma sei
fuori!!?". Io trovai una battuta: "Babbo mettiti d'accordo
col cervello, o sto dentro o sto fuori!".
Mio
padre era incazzato, ma solo per la figura coi suoi amici, che vi
pensate! Lunghe furono le trattative, mi passarono pure un panino,
ch'io divisi con la volpe.
Quand'era
il tramonto, portarono via i cani, i pochi rimasti se ne andarono
alla spicciolata. Chiesi a mio padre di lasciare in pace la volpe e
di tornarcene a casa senza le botte, altrimenti -giurai- avrei per
sempre vissuto in quel buco.
Mio
padre mi offrì la mano ed un borbottio malcelato: "Cammina,
torniamo a casa, mi hai fatto fare proprio una figura di merda".
Mio padre avrà fatto pure la sua figura di merda, ma io quel giorno
ci provai ad amare la vita.
Andrea
Battantier, Memorie di un animale
lunedì 16 settembre 2019
domenica 15 settembre 2019
Silenzio
La stanchezza persistente porta al culto del silenzio, perché quando si è esausti le parole perdono di significato e martellano nelle orecchie, ridotte a sonorità vuote, a vibrazioni esasperanti. I concetti si stemperano, la forza dell’espressione si attenua, tutto ciò che si dice o si ascolta si svuota fino ad apparire sterile e ripugnante. Niente ha più forma e consistenza, e tutto ciò che va e viene dall’esterno rimane un murmure monocorde e lontano, incapace di accendere le sfumature della vita spirituale, di suscitare interesse o curiosità. Sembra allora inutile esprimere un parere, prendere posizione o impressionare qualcuno, e tutti i rumori cui si è rinunciato montano nell’inquietudine dell’anima, esistente in tutti i grandi silenzi. Dopo essersi forsennatamente prodigati per risolvere tutti i problemi, dopo essersi tormentati al massimo grado, quando occorrerebbe dare risposte definitive, si finisce col trovare nel silenzio la sola realtà e l’unica forma d’espressione.
Emil Cioran, Al culmine della disperazione
sabato 14 settembre 2019
Correzioni
Ci
si domanda il perché di tante cose, ma guai a continuare: si rischia
di condannarsi all’infelicità permanente.
Per fortuna, eccentrici come lei se ne incontrano pochi. Sappiamo come correggerli fin da quando sono ancora piccini. Non puoi costruire una casa senza chiodi e legname. Se vuoi che la casa non si costruisca, fa’ sparire chiodi e legname. Se non vuoi un uomo infelice per motivi politici, non presentargli mai i due aspetti di un problema, o lo tormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora, non proporgliene nessuno. Fa’ che dimentichi che esiste una cosa come la guerra. Se il governo è inefficiente, appesantito dalla burocrazia e in preda a delirio fiscale, meglio tutto questo che non il fatto che il popolo abbia a lamentarsi. Pace, Montang. Offri al popolo gare che si possono vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell’Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l’anno passato. Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d’essere “veramente bene informati”. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza. Chiunque possa far scomparire una parete TV e farla riapparire a volontà, e la maggioranza dei cittadini oggi può farlo, sarà sempre più felice di chiunque cerchi di regolocalcolare, misurare e chiudere in equazioni l’Universo, il quale del resto non può esserlo se non dando all’uomo la sensazione della sua piccolezza e della sua bestialità e un’immensa malinconia. Lo so, perché ho tentato anch’io; ma al diavolo cose del genere. Per cui, attàccati ai tuoi circoli sportivi e alle tue gite, ai tuoi acrobati e ai tuoi maghi, ai tuoi rompicolli, autoreattori, motoelicotteri, donne ed eroina, e a ogni altra cosa che abbia a che fare coi riflessi condizionati. Se la commedia non vale niente, se il film non sa di nulla, se la musica è sorda, punzecchiami col pianoforte elettronico, fragorosamente. Io crederò di rispondere alla musica, quando invece si tratta soltanto di una reazione tattile alla vibrazione. Ma che m’importa? Tanto, a me piacciono i divertimenti solidi e compatti.
Per fortuna, eccentrici come lei se ne incontrano pochi. Sappiamo come correggerli fin da quando sono ancora piccini. Non puoi costruire una casa senza chiodi e legname. Se vuoi che la casa non si costruisca, fa’ sparire chiodi e legname. Se non vuoi un uomo infelice per motivi politici, non presentargli mai i due aspetti di un problema, o lo tormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora, non proporgliene nessuno. Fa’ che dimentichi che esiste una cosa come la guerra. Se il governo è inefficiente, appesantito dalla burocrazia e in preda a delirio fiscale, meglio tutto questo che non il fatto che il popolo abbia a lamentarsi. Pace, Montang. Offri al popolo gare che si possono vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell’Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l’anno passato. Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d’essere “veramente bene informati”. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza. Chiunque possa far scomparire una parete TV e farla riapparire a volontà, e la maggioranza dei cittadini oggi può farlo, sarà sempre più felice di chiunque cerchi di regolocalcolare, misurare e chiudere in equazioni l’Universo, il quale del resto non può esserlo se non dando all’uomo la sensazione della sua piccolezza e della sua bestialità e un’immensa malinconia. Lo so, perché ho tentato anch’io; ma al diavolo cose del genere. Per cui, attàccati ai tuoi circoli sportivi e alle tue gite, ai tuoi acrobati e ai tuoi maghi, ai tuoi rompicolli, autoreattori, motoelicotteri, donne ed eroina, e a ogni altra cosa che abbia a che fare coi riflessi condizionati. Se la commedia non vale niente, se il film non sa di nulla, se la musica è sorda, punzecchiami col pianoforte elettronico, fragorosamente. Io crederò di rispondere alla musica, quando invece si tratta soltanto di una reazione tattile alla vibrazione. Ma che m’importa? Tanto, a me piacciono i divertimenti solidi e compatti.
Imprecazioni
Come
alcuni di voi ne sono già a conoscenza, io sono toscano e più
esattamente di Viareggio, dove la sagacia del contadino
dell’entroterra del Chianti incontra l’ignoranza (intesa come
invulnerabilità psicofisica) del pescatore sferzato da mille
fortunali.
Da
noi la bestemmia è un intercalare elevato ad arte sublime che supera
in potenza e pregnanza quei sintetici e stizzosi attacchi di rabbia
dei Veneti o quelle tiepide circonlocuzioni attenuativo-sostitutive
dei Lombardi.
Noi
ci mettiamo il cuore, rabbioso per i divini strali della sorte.
Per
esempio, un veneto che si pesta un dito col martello esclama DIO
CAN!, un milanese ZIO CANTANTE! e un emiliano al massimo osa un
DIO ‘NIMEL!… un Toscano, invece, non perde tempo con vuote
interiezioni perché sa perfettamente di chi è la colpa e quindi
entra subito nell’attribuzione delle responsabilità dirette, per
esempio, con un DIO VIGLIACCO DELLA MADONNA ASSASSINA!
Ma
attenzione… non sono semplici esclamazioni enfatiche fini a se
stesse ma un giudizio preciso per una catena di comportamenti che
hanno esitato nell’evento scatenante.
Nello
specifico, la vigliaccheria si riferisce a quell’evidente inanità
pavida divina, resa ancora più eclatante e invisa da una tanto
sventolata onnipotenza, onnipresenza e onniscenza di Dio… insomma,
sai tutto e puoi fare tutto ma decidi di non fare un cazzo.
L’aggettivo
di ‘assassina’, nel merito, fa riferimento a una
corresponsabilità morale e legale della coniuge che, per quanto
infusa dallo Spirito Santo e Immacolata, rimane un essere vivente
terreno con doti empatiche di condivisione emotiva… insomma, sai
bene cosa si prova e non dici nulla a quell’altro.
Il
Toscano è diretto e sintetico ma non sacrifica mai il tempo dedicato
alla bestemmia senza lasciare le proprie motivazioni implicite
all’interno di essa. Nell’attimo in cui esso cade dalle nuvole
quando gli si fa notare che inserisce una bestemmia ogni due parole,
non dovete commettere l’errore di credere che lui stia facendo lo
gnorri o che imprechi per abitudine: il suo è un ponte giaculatorio
tra uomo e dio che non necessita della parte razionale dell’anima
ma che, anzi, riveste carattere rivelatorio del mistero divino.
venerdì 13 settembre 2019
sabato 7 settembre 2019
giovedì 5 settembre 2019
Homecoming
Sono
nella casa dove abitavo da bambino
riconosco ogni oggetto
la disposizione dei mobili, i colori
la luce era diversa negli anni settanta,
riconosco ogni oggetto
la disposizione dei mobili, i colori
la luce era diversa negli anni settanta,
ho
riconosciuto anche quella
Ho aperto tutti i cassetti per essere sicuro che in tutti questi anni
Ho aperto tutti i cassetti per essere sicuro che in tutti questi anni
nessuno abbia toccato la mia roba
C'è un'intera brigata dell'esercito britannico li dentro
rosa
Sono ancora intenti a schierarsi
C'è un'intera brigata dell'esercito britannico li dentro
rosa
Sono ancora intenti a schierarsi
per
fronteggiare l'attacco imminente,
ma
l'attacco non avverrà mai
Il divertimento per me era disporre i soldatini
Il divertimento per me era disporre i soldatini
come se dovessero affrontare un ingaggio particolare,
e poi, senza che nulla avvenisse, cambiare la disposizione
Sono ancora lì come li avevo lasciati venticinque anni fa
l'ufficiale ha il braccio teso davanti a se
e poi, senza che nulla avvenisse, cambiare la disposizione
Sono ancora lì come li avevo lasciati venticinque anni fa
l'ufficiale ha il braccio teso davanti a se
mentre
sta per prendere la mira
la testa piegata verso l'alto mi guarda implorante: "Vado?".
Ho richiuso il cassetto
Ho setacciato tutta la stanza in cerca di quello
la testa piegata verso l'alto mi guarda implorante: "Vado?".
Ho richiuso il cassetto
Ho setacciato tutta la stanza in cerca di quello
che
avevo lasciato
Ho trovato tutto meccanicamente
Ho trovato tutto meccanicamente
come
se non avessi bisogno di ricordarne la posizione
Devo aver fatto un bel casino perchè mia madre è entrata
giovane e bellissima
rideva
mi ha preso in giro
Una strana calma, una calma enorme
non so cos'è
ma non ho mai pianto tanto come al risveglio
Ho rifatto il percorso che mi portava dalla scuola alla casa dei miei
la prima volta dpo venticinque anni
C'è una sensazione che non ho mai più provato
Non abito più lì da sempre
ho avuto una vita
altrove
E' solo una stupida villetta con uno sputo di giardino,
Devo aver fatto un bel casino perchè mia madre è entrata
giovane e bellissima
rideva
mi ha preso in giro
Una strana calma, una calma enorme
non so cos'è
ma non ho mai pianto tanto come al risveglio
Ho rifatto il percorso che mi portava dalla scuola alla casa dei miei
la prima volta dpo venticinque anni
C'è una sensazione che non ho mai più provato
Non abito più lì da sempre
ho avuto una vita
altrove
E' solo una stupida villetta con uno sputo di giardino,
ma
sarà la prima cosa che comprerò
quando sarò ricco
quando sarò ricco
martedì 3 settembre 2019
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