Io, Benjamin Malaussène, vorrei che qualcuno m’insegnasse a vomitare l’umano, un metodo sicuro come le due dita in gola, che mi insegnasse il disprezzo, come il buon odio bestiale, quello che massacra a occhi chiusi, vorrei che un giorno arrivasse qualcuno, mi indicasse un altro e mi dicesse: quello è il porco assoluto, cagagli in testa, Benjamin, fagli mangiare la tua merda, uccidilo e massacra i suoi simili.
E
vorrei poterlo fare, sul serio. Vorrei essere di quelli che chiedono
il ritorno della pena di morte, e che l’esecuzione sia pubblica, e
che il condannato sia ghigliottinato prima dai piedi, poi sia curato,
cicatrizzato e si ricominci appena guarito, nuovo ghigliottinamento,
sempre dall’altro lato…
Vorrei appartenere alla vera
famiglia, numerosa e tanto unita, di tutti quelli che auspicano il
castigo. Porterei i bambini allo spettacolo e potrei dire a Jeremy: “
Vedi cosa ti aspetta se continui a dar fuoco alla pubblica
istruzione?”…
Vorrei appartenere alla grande, bella “anima
umana”, quella che crede, vero come l’oro, al carattere esemplare
della pena, quella che sa da che parte stanno i buoni, da che parte
stanno i cattivi, vorrei essere il fortunato possessore di un’intima
convinzione, cazzo come mi piacerebbe! Perdio se mi semplificherebbe
la vita!
Daniel Pennac, La fata Carabina
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