giovedì 28 luglio 2022
martedì 26 luglio 2022
Pezzi di vetro
Lui
ti offre la sua ultima carta
il suo ultimo prezioso tentativo di
stupire
quando dice "È quattro giorni che ti amo,
ti
prego non andare via, non lasciarmi ferito"
E non hai
capito ancora come mai
gli hai lasciato in un minuto tutto quel
che hai
però stai bene dove stai
martedì 19 luglio 2022
Contemplare
C’è una differenza sostanziale tra osservazione e contemplazione. Quest’ultima avviene quando coesistono tre elementi: una mente silenziosa, assenza di giudizio e assenza di definizione. Contemplare è osservare attraverso il silenzio della mente, senza che nessun pensiero né preoccupazione ci distolga da ciò che osserviamo. Normalmente la mente è occupata da migliaia di suggestioni, preimmagini, considerazioni e idee. Il celebre psicologo e filosofo statunitense William James sosteneva: “Molte persone credono di pensare, ma in realtà stanno solo riorganizzando i loro pregiudizi”. Quando osserviamo qualcosa, la nostra mente filtra l’oggetto attraverso una serie di informazioni: esso viene interpretato in base a conoscenze, credenze e codici acquisiti che costituiscono ciò che crediamo essere la verità. Contemplare non significa solo sospendere pregiudizi e filtri attraverso cui interpretiamo ciò che osserviamo, ma anche sospendere il flusso di pensieri che costantemente abita nella mente. Il dialogo interiore sarà annullato e, con esso, ogni giudizio e definizione di ciò che si sta osservando. Nei bambini piccoli esiste uno stato pressoché costante di contemplazione. Il silenzio è una porta di accesso a questo stato indefinito, senza forme né limiti. Guardare le cose o guardarle attraverso il silenzio cambia profondamente l’esperienza. L’essere umano adulto comune vive in uno stato di costante definizione: definisce incessantemente se stesso e tutto ciò con cui entra in contatto. Alla base di questa compulsione vi è una radicale necessità di controllo. L’ignoto spaventa, e siamo più portati a condannare ciò che non conosciamo piuttosto che a sforzarci di comprenderlo. Se è vero che definire ci fornisce l’illusione di conoscere, è anche vero che equivale a limitare, a chiudere in uno spazio noto ciò che osserviamo. Contemplare è lasciare libero da ogni definizione l’oggetto osservato, sia esso qualcosa di concreto o astratto, come il vuoto, la luce, un’idea.
Franco Berrino, Daniel Lumera, La via della leggerezza. Perdere peso nel corpo e nell'anima
Perchè?
— In posti come quello — riprese a raccontare dopo un po’ — gli animali non hanno altro da fare che restare chiusi in gabbia, e in genere sono più portati a pensare che non i loro cugini in libertà. Questo dipende dal fatto che anche il più ottuso non può evitare di intuire che c'è qualcosa di sbagliato in quello stile di vita. Quando sostengo che sono portati a pensare, non voglio dire che acquistino il raziocinio; ma, ciò nonostante, la mente della tigre che percorre nervosamente la gabbia avanti e indietro è senza dubbio assorta in qualcosa che un uomo definirebbe pensiero. E questo pensiero è una domanda: perché? Perché, perché, perché, perché, perché, perché?, chiede la tigre a se stessa ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno, mentre continua il suo interminabile andirivieni dietro le sbarre. Non può analizzare la domanda né elaborarla. Se potessimo chiederle: perché cosa?, non sarebbe in grado di rispondere. Tuttavia questa domanda brucia nella sua mente come una fiamma perenne, causandole un dolore che non si attenua fino a quando l'animale non cade in quella letargia che i guardiani riconoscono come l'irreversibile rifiuto di vivere. E, com'è ovvio, questa domanda è qualcosa che nessuna tigre affronta nel suo normale habitat.
Daniel Quinn, Ishmael
venerdì 15 luglio 2022
Congedo
L’uomo
più saggio che ho conosciuto in tutta la mia vita non sapeva leggere
né scrivere. […]
Questo è stato mio nonno Jerónimo, pastore
e narratore di storie, che al presentire che la morte lo stava
venendo a prendere è andato a congedarsi dagli alberi del suo
podere, uno a uno, abbracciandoli e piangendo perché sapeva che non
li avrebbe più rivisti.
José Saramago
domenica 10 luglio 2022
Quello che rimane
Quello che rimane del tuo tragico furore
è una lingua da sgrassare, è il tanfo del tuo cuore
questa sera non cercarmi, da domani io cancellerò il tuo nome.
Non m'importa che farai, se scoppierai qui fuori
e non dimenticare mai che saremo sempre soli
tu al guinzaglio del tuo cane e io steso in un tuo libro
come un fiore.
Tieneme stritto comme se
fosse d' 'a carna toja
Ma i' che teng' 'a vedé
si pe' tte i' me more.
Tieneme dint' 'e bracce toje
pe' chesta notte ancora
e famme cunsumà
fino a che po' me more
Sfusa felicità
Questa sfusa felicità che assale
le facce al sole,
i gomiti e le giacche
– quante dolcezze
sparse nel mercato,
come son belli
gli uomini e le donne!
E vado dietro all’uno
e guardo l’altra,
sento il profumo
inseguo la sua traccia,
raggiungo il troppo
ma il troppo non mi abbraccia.
Patrizia Cavalli
mercoledì 6 luglio 2022
Sogni appesi
Non è ubriaco;
è un sognatore.
È attento all'inesistente;
forse ancora spera.
Fernando Pessoa
domenica 3 luglio 2022
sabato 2 luglio 2022
Sabato
Era alla luce terribilmente sabato,
quel sole infimo che annunzia svogliatezze
mentre nella piazza fino a dentro le mie finestre
chiuse si muoveva il mercato prolungato.
L'ultima offerta e poi si chiude. Poi la festa
untuosa e il silenzio. Già si smontavano
i banchetti con la ferocia trasandata
della fine. Forse era possibile
una corsa per prendere qualcosa, forse
restava qualche cassetta ancora non riposta.
Ma non mi decidevo a quella corsa.
Quando scendevo era ormai tardi
tra i mucchi di foglie di carciofi
e i pomodori sfatti dove una vecchietta china
correva rapace alla riscossa di mezze mele
di peperoni buoni per tre quarti.
Ma io non cercavo frutta marcia o fresca,
io volevo soltanto la certezza
della settimana che finisce,
dell'occasione persa.
Patrizia Cavalli, Poesie per colazione-153