lunedì 7 novembre 2011

Wittgenstein


Noi sentiamo che, persino nell’ipotesi che tutte le possibili domande scientifiche abbiano avuto una risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure sfiorati. Certo, allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta.       
T6.52 

“Il libro tratta i problemi filosofici e mostra credo che la formulazione di questi problemi si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio. Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere. Il libro vuole dunque tracciare al pensiero un limite, o piuttosto – non al pensiero stesso ma all’espressione dei pensieri: chè, per tracciare un limite al pensiero, noi dovremmo poter pensare ambo i lati di questo limite (dovremmo, dunque poter pensare quel che pensare non si può). Il limite non potrà dunque venir tracciato che nel linguaggio, e ciò che è oltre il limite non sarà che non senso.”

“Il senso del libro è etico. Una volta volevo includere nella prefazione una proposizione, che ora di fatto lì non c'è, ma che io ora scriverò per lei, poiché essa sarà forse per lei la chiave per capire il libro. In effetti, io volevo scrivere che il mio lavoro consiste di due parti: di quello che ho scritto ed inoltre di quello che non ho scritto. E proprio questa seconda parte è quella importante




“Ciò che nel linguaggio esprime sè,  noi non lo possiamo esprimere mediante il linguaggio”
T4.121                   

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