«Scrivi, ti prego. Due righe sole,
almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno.
A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è
una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa
importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca.
Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto
dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo.
Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si
potrà salvare. (Forse)».
Buzzati, in La salvezza
Nessun commento:
Posta un commento