Non
penso, non mi lagno, non discuto -
non
dormo.
Non
voglio né sole, né luna, non saluto
il
giorno.
Non
sento l’afa tra le quattro mura -
il
vento.
Il
dono atteso tanto tempo
lo
rifiuto.
Non mi
rallegra il mattino, né la fuga
sonora
dei tranvai.
Vivo
cieca al giorno, ignoro l’ora
e il
secolo.
Funambola
su una corda incrinata.
Ombra
dell’ombra
di
qualcuno. Sonnambula
di due
scure lune.
(Marina
Cvetaeva, Il paese dell'anima)
"Nei Taccuini Cvetaeva racconta, come sempre, amore e poesia.
(...)
Cvetaeva ha il dono dei grandissimi artisti, di stare affondata nella vita e insieme di saperla guardare da una distanza siderale. Abbastanza da capire tutto, come una stella che oggi sapesse già quello che verrà nei secoli prossimi. Io li trascriverei tutti, parola per parola, ma di tutta quella meraviglia vi lascio alcune frasi. Se non vi verrà voglia di uscire immediatamente e comprarli, è probabile che abbiate un sanpietrino al posto del cuore."
(Elena Stancanelli, la Repubblica)
Cvetaeva ha il dono dei grandissimi artisti, di stare affondata nella vita e insieme di saperla guardare da una distanza siderale. Abbastanza da capire tutto, come una stella che oggi sapesse già quello che verrà nei secoli prossimi. Io li trascriverei tutti, parola per parola, ma di tutta quella meraviglia vi lascio alcune frasi. Se non vi verrà voglia di uscire immediatamente e comprarli, è probabile che abbiate un sanpietrino al posto del cuore."
(Elena Stancanelli, la Repubblica)
Nei guerrieri mi disturba la
guerra, nei marinai il mare,
nei sacerdoti Dio, negli
amanti l'amore.
Potrei scrivere dei versi
bellissimi - eterni! se amassi anche l'eterno come l'effimero.
Quando non ho più a cosa
giocare, gioco alla virtù.
In amore ha ragione chi è più colpevole.
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