Nell’antichità
la felicità era una ricompensa per pochi eletti selezionati. In un
momento successivo venne concepita come un diritto universale che
spettava a ogni membro della specie umana. Successivamente, si
trasformò in un dovere: sentirsi infelici provoca senso di colpa.
Dunque chi è infelice è costretto, suo malgrado, a trovare una
giustificazione alla propria condizione esistenziale.
Zigmunt Bauman
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