L’antispecismo
è il movimento filosofico, politico e culturale che lotta contro lo
specismo, l’antropocentrismo e l’ideologia del dominio veicolata
dalla società umana. Come l’antirazzismo rifiuta la
discriminazione arbitraria basata sulla presunzione dell’esistenza
di razze umane e l’antisessismo respinge la discriminazione basata
sul sesso, così l’antispecismo respinge la discriminazione basata
sulla specie (definita specismo) e sostiene che l’appartenenza
biologica alla specie umana non giustifica moralmente o eticamente il
diritto di disporre della vita, della libertà e del corpo di un
essere senziente di un’altra specie. Gli antispecisti lottano
affinché le esigenze primarie degli Animali siano considerate
fondamentali tanto quanto quelle degli Umani, cercando di
destrutturare e ricostruire la società umana in base a criteri
sensiocentrici ed ecocentrici, che non causino sofferenze evitabili
alle specie viventi e al Pianeta. L’approccio antispecista ritiene
(considerando tutte le dovute differenze e peculiarità) che:
1)
le capacità di sentire (di provare piacere e dolore), di interagire
con l’esterno, di manifestare una volontà, d’intrattenere
rapporti sociali, siano prerogative di tutti gli Animali
caratterizzandoli come esseri senzienti con propri interessi da
perseguire che devono essere rispettati ;
2)
l’esistenza di tali capacità negli Animali comporti un cambiamento
essenziale del loro status etico, facendoli divenire persone non
umane, o conferendo loro uno status equivalente, qualora il concetto
di persona non risultasse pienamente utilizzabile, opportuno o
condivisibile (in base a ciò l’antispecismo può essere
considerato anche una filosofia individualista);
3) da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra persone umane e persone non umane, che prefiguri un radicale ripensamento e un conseguente cambiamento della società umana per il raggiungimento della liberazione animale (fondamentali per tale trasformazione sono il senso di giustizia, di uguaglianza, il rispetto dell’alterità, la nonviolenza, l’empatia e la compassione).
3) da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra persone umane e persone non umane, che prefiguri un radicale ripensamento e un conseguente cambiamento della società umana per il raggiungimento della liberazione animale (fondamentali per tale trasformazione sono il senso di giustizia, di uguaglianza, il rispetto dell’alterità, la nonviolenza, l’empatia e la compassione).
Adriano
Fragano, Proposte per un Manifesto antispecista
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