Bambina
mia,
Per
te avrei dato tutti i giardini
del
mio regno, se fossi stata regina,
fino
all’ultima rosa, fino all’ultima piuma.
Tutto
il regno per te.
E
invece ti lascio baracche e spine,
polveri
pesanti su tutto lo scenario
battiti
molto forti
palpebre
cucite tutto intorno.
Ira
nelle periferie della specie.
E
al centro,
ira.
Ma
tu non credere a chi dipinge l’umano
come
una bestia zoppa e questo mondo
come
una palla alla fine.
Non
credere a chi tinge tutto di buio pesto e
di
sangue. Lo fa perchè è facile farlo.
Noi
siamo solo confusi, credi.
Ma
sentiamo. Sentiamo ancora.
Sentiamo
ancora. Siamo ancora capaci
di
amare qualcosa.
Ancora
proviamo pietà.
Tocca
a te, ora,
a
te tocca la lavatura di queste croste
delle
cortecce vive.
C’è
splendore
in
ogni cosa. Io l’ho visto.
Io
ora lo vedo di più.
C’è
splendore. Non avere paura.
Ciao
faccia bella,
gioia
più grande.
L’amore
è il tuo destino.
Sempre.
Nient’altro.
Nient’altro.
Nient’altro.
Mariangela
Gualtieri, da Canto di ferro
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