Questo
cinghiale è solo uno, continuai, ma quell’alluvione di carne
macellata che cade quotidianamente sulle città come un’apocalittica
pioggia senza fine? Quella pioggia annuncia massacri, malattie, la
follia collettiva, l’eclisse e l’inquinamento della Mente, perché
nessun cuore umano è in grado di sopportare tanto dolore. Tutta la
complicata psiche umana si è sviluppata per non consentire all’Uomo
di comprendere ciò che vede veramente. Perché la verità non lo
raggiunga, avviluppata nelle illusioni, nelle chiacchiere vuote. Il
mondo è un carcere pieno di sofferenza, costruito in modo tale che
per sopravvivere bisogna procurare dolore agli altri. Avete sentito?
Ma che mondo è questo? Il corpo di qualcuno convertito in scarpe, in
polpette, in wurstel, in uno scendiletto, in un brodo di ossa da
bere… Le scarpe, i divani, la borsa da spalla fatta con il ventre di
qualcuno, riscaldarsi con la pelliccia altrui, mangiare il corpo di
qualcuno, tagliarlo a fette e friggerlo nell’olio… Ma è
possibile che avvenga davvero questo orrore, questa ecatombe,
crudele, insensibile, meccanica, senza alcun rimorso di coscienza,
senza la più piccola riflessione che invece si concede generosamente
a raffinate filosofie e teologie? Che mondo è quello in cui è norma
uccidere e causare dolore? Forse non siamo del tutto a posto?
Olga
Tokarczuk, Nobel
per la letteratura 2018
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