Questi
criminali, figlia, che entrano nelle case e annientano gli uomini e
le cose degli uomini, annientano anche in noi, in quelli che per puro
caso continuano a vivere, quella trama delicata e volubile che
stavamo ordendo in tempi meno bestiali e che ci formò come umani. Io
cercavo una storia, figlia, quarant’anni fa io andavo alla ricerca
di una storia che avesse una tranquilla trama quotidiana, però al
tempo stesso lasciasse filtrare, come un tenue bagliore, la follia,
la ferocia e la magia che segretamente incoraggiano gli atti degli
uomini. Ma loro hanno raso al suolo l’intera fragile trama. Per chi
di noi non era cieco, l’impulso poetico e la vena comica, la voglia
di cambiare il mondo, l’amore con cui nelle cucine si preparano
piatti aromatici, l’amore, ah, l’amore, tutto scomparve,
soppiantato brutalmente dall’indignazione e dalla paura. Ci hanno
distrutto, figlia, spezzandoci nel pieno della vita. Eppure arde,
dentro tutti noi, i vivi e quelli sul punto di morire, dentro di noi
arde il desiderio della vita. Piena e complessa e contraddittoria
come deve essere la vita. Lascia che arda, figlia, tra gli interstizi
dell’orrore e contro i servi della morte
Liliana
Heker,
La
fine della storia
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