sabato 12 ottobre 2019

Nobel Pace



Chi oggi festeggia perché il premio Nobel per la Pace non è stato consegnato a Greta Thunberg dovrebbe soffermarsi un istante a guardare questa foto.

L'uomo inginocchiato con le mani nel terreno è colui che il Nobel per la Pace lo ha vinto al posto di Greta: il primo ministro dell'Etiopia Abiy Ahmed Ali. E quello che sta facendo in questa foto del 29 luglio scorso è piantare uno dei 10 miliardi (miliardi) di alberi che ha deciso di disseminare lungo tutto il suo paese.
Quel giorno 23 milioni di suoi connazionali, da Nord a Sud dell'Etiopia, hanno piantato 353 milioni 633 mila e 660 alberi in 12 ore. Sotto il sole e sotto la pioggia. Contro il riscaldamento climatico.
Abiy Ahmed Ali ha imboccato dopo decenni di conflitti la strada della pace con l'Eritrea, ha liberato prigionieri politici, perseguito chi violava i diritti umani, mediato sul conflitto in Sudan.
Ma ha anche piantato con tutto il suo paese 350 milioni di alberi in un solo giorno (record mondiale), per ricreare nel suo paese il patrimonio forestale che l'uomo e il cambiamento climatico hanno distrutto, portando desertificazione, sete, conflitti, fame e morte.
Oggi il Nobel è stato vinto da un uomo portatore di Pace. Ma è stato vinto anche da un uomo portatore di un messaggio, quello contro il riscaldamento globale, le cui conseguenze il proprio popolo ha vissuto e vive sulla propria pelle.
Quindi no, Greta non ha vinto il Nobel per la Pace. Ma le mani che lo riceveranno, quelle di Abiy Ahmed Ali, sono le stesse che ne hanno portato e ne portano il messaggio. La sola cosa che conti davvero.







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