Chi
oggi festeggia perché il premio Nobel per la Pace non è stato
consegnato a Greta Thunberg dovrebbe soffermarsi un istante a
guardare questa foto.
L'uomo
inginocchiato con le mani nel terreno è colui che il Nobel per la
Pace lo ha vinto al posto di Greta: il primo ministro dell'Etiopia
Abiy Ahmed Ali. E
quello che sta facendo in questa foto del 29 luglio scorso è
piantare uno dei 10 miliardi (miliardi) di alberi che ha deciso di
disseminare lungo tutto il suo paese.
Quel
giorno 23 milioni di suoi connazionali, da Nord a Sud dell'Etiopia,
hanno piantato 353 milioni 633 mila e 660 alberi in 12 ore. Sotto il
sole e sotto la pioggia. Contro il riscaldamento climatico.
Abiy
Ahmed Ali ha imboccato dopo decenni di conflitti la strada della pace
con l'Eritrea, ha liberato prigionieri politici, perseguito chi
violava i diritti umani, mediato sul conflitto in Sudan.
Ma
ha anche piantato con tutto il suo paese 350 milioni di alberi in un
solo giorno (record mondiale), per ricreare nel suo paese il
patrimonio forestale che l'uomo e il cambiamento climatico hanno
distrutto, portando desertificazione, sete, conflitti, fame e morte.
Oggi
il Nobel è stato vinto da un uomo portatore di Pace. Ma è stato
vinto anche da un uomo portatore di un messaggio, quello contro il
riscaldamento globale, le cui conseguenze il proprio popolo ha
vissuto e vive sulla propria pelle.
Quindi
no, Greta non ha vinto il Nobel per la Pace. Ma le mani che lo
riceveranno, quelle di Abiy Ahmed Ali, sono le stesse che ne hanno
portato e ne portano il messaggio. La sola cosa che conti davvero.
Nessun commento:
Posta un commento