Cosa c’è dietro un bicchiere di latte...
Cosa c’è dietro prosciutti e salami...
A carpet of poplar fluff burns to reveal the grass below at the Parque del Cidacos de Calahorra, Spain.
According to geographyrealm.com: The seed fluff produced by poplars is also highly flammable. The combustible seeds can quickly catch fire and burn off, leaving underlying grass and other vegetation untouched.
The cardinal who oversaw the team at the heart of a Vatican investigation into a suspicious London property deal conducted additional investments of up to £100m in other London luxury apartments, documents show.
Guardateli bene.
Questi sono alcuni dei volti degli indesiderati della #AlanKurdi, sbarcati ieri al Porto di Olbia.
Questi sono gli occhi feroci che hanno mosso alla sacra battaglia i leghisti a quattro mori, persino un loro deputato in testa al manipolo di scalmanati, proconsole longobardo in terra sarda e agitatore di professione.
Sono bambini.
Terrorizzati, vestiti di pochi stracci, intirizziti dal maestrale, accolti da una coperta e protetti dalle nostre forze dell’ordine.
Ma non vi vergognate di essere come siete, voi manifestanti leghisti olbiesi?
Non vi sentite un po’ miserabili a non provare nemmeno un brivido e un moto di rabbia o solidarietà per questi disperati, per l’ingiustizia che subiscono tre volte: costretti a fuggire da casa loro, ad attraversare il mare in tempesta rischiando di morire e poi accolti da insulti e conati di vomito.
Non meritate nemmeno il nostro disprezzo.
Michele Piras
A Olbia, la folla gridava “ANNEGATELI”.
Una dottoressa stringeva a sé un bambino salvato in mare, coprendogli le orecchie per non farlo ascoltare.
Attorno, i cordoni di polizia tenevano separati i naufraghi da quelli che li volevano aggredire, picchiare, negargli il diritto ad essere portati in salvo sul nostro suolo.
Esattamente, quand’è che siamo diventati questo schifo?
Emiliano Rubbi
A Lesbo una donna trascina tutta la sua vita su un bancale per
trasferirsi nel nuovo campo profughi temporaneo.
(foto Yara Nardi)
La
nebbia viene
con piccoli piedi di gatto.
Si siede, guardando
il porto e la città,
sui fianchi
silenziosi.
Poi prosegue.
Carl Sandburg, La poesia della nebbia
Lungo
la corda del pozzo
si è avvolto un convolvolo,
andrò a
chiedere l’acqua alla vicina.
Fukuda Chiyo-ni (1703-1775)
Su
questo antico tratto d'acqua,
fra il campo verde e il pino che
copre l'orizzonte
e quella siepe che cresce smodata,
correva
nel passato la frontiera.
Era una linea rossa sulle carte
e
tra gli uomini un filo di paura.
I merli la varcavano
incoscienti
con quella gioia sciocca degli uccelli.
Le rane
che giocando si fingevano alghe
nel canale
cambiavano paese
come pelle i serpenti
e gracidavano nella stessa lingua
ostinata
e rauca
di ogni notte di luna
fin da quando la luna ha
nelle rane i suoi più rozzi poeti.
Ma gli uomini, ah, soltanto
gli uomini,
sempre estranei al mondo e accecati
dal brillio
mortale delle chimere,
si arrestavano incantati qui davanti.
E
dal cielo le oche migratrici
che vedevano solo nuvole fra le
nuvole
si domandavano:
di che strana materia è fatta la
frontiera?
José Manuel Fajardo, La frontiera
Certo, fa impressione pensare a quanta continuità d’azione richiedano le cose pratiche in una vita normale. Uno non ci fa caso finché non se le ritrova schierate davanti tutte insieme dopo averle trascurate per un po’, e sembra indecente che, mentre tuo padre muore, o mentre scappi perché d’un tratto qualcuno minaccia la tua famiglia, quelle continuino ad accumularsi come se niente fosse. Sembra indecente ma non lo è: è normale, per l’appunto, perfino giusto. Le persone come me devono riconoscere che la loro esistenza, per quanto in certi momenti possa essere spiritualmente intensa o in altri venir turbata da eventi minacciosi, rimane fondata su questo quotidiano metabolismo di cose pratiche. E se, come io credo, in tale esistenza è contenuta una forza, essa è dovuta anche alla capacità che si acquista di controllare quel metabolismo senza disunirsi.
Sandro Veronesi, La forza del passato
Che l'ozio sia uno spreco di tempo è un concetto pericoloso messo in giro dai suoi nemici, gente priva di spiritualità. Il fatto che l'ozio possa essere enormemente produttivo viene deliberatamente ignorato. I musicisti sono dipinti come lavativi; gli scrittori come ingrati egoisti; gli artisti come pericolosi. Robert Louis Stevenson nel saggio ‘In difesa dei pigri’ (1877) espresse questo paradosso come segue: “La cosiddetta pigrizia […] non consiste nel non far nulla, ma nel fare molto di quel che non è contemplato nei dogmatici formulari della classe dominante”. Ogni persona creativa ha bisogno di lunghi periodi di languore, indolenza e occhi rivolti al soffitto per poter sviluppare delle idee.
Tom Hodgkinson, L'ozio come stile di vita