Uccidere
per divertirsi, provarsi nella performatività sportiva di colpire un
fagiano d’allevamento, pretendere che l’ambiente sia a propria
totale disposizione, turbare la quiete pubblica e mettere a
repentaglio l’incolumità altrui, girovagare sotto le abitazioni
delle persone con un fucile carico, spargere esche avvelenate: questa
è la caccia, nient’altro.
Una pratica anacronistica e priva
di significato, sostenuta per gli interessi di uno sparuto numero di
persone ai danni dell’intera comunità.
La caccia non può
essere regolamentata ma solamente vietata.
Dietro alla caccia
non c’è solo l’istante dell’uccisione, ma si nasconde un modo
perverso di gestire il territorio e di distruggere l’ambiente
naturale
Roberto Marchesini
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