Guardateli bene.
Questi sono alcuni dei volti degli indesiderati della #AlanKurdi, sbarcati ieri al Porto di Olbia.
Questi sono gli occhi feroci che hanno mosso alla sacra battaglia i leghisti a quattro mori, persino un loro deputato in testa al manipolo di scalmanati, proconsole longobardo in terra sarda e agitatore di professione.
Sono bambini.
Terrorizzati, vestiti di pochi stracci, intirizziti dal maestrale, accolti da una coperta e protetti dalle nostre forze dell’ordine.
Ma non vi vergognate di essere come siete, voi manifestanti leghisti olbiesi?
Non vi sentite un po’ miserabili a non provare nemmeno un brivido e un moto di rabbia o solidarietà per questi disperati, per l’ingiustizia che subiscono tre volte: costretti a fuggire da casa loro, ad attraversare il mare in tempesta rischiando di morire e poi accolti da insulti e conati di vomito.
Non meritate nemmeno il nostro disprezzo.
Michele Piras
A Olbia, la folla gridava “ANNEGATELI”.
Una dottoressa stringeva a sé un bambino salvato in mare, coprendogli le orecchie per non farlo ascoltare.
Attorno, i cordoni di polizia tenevano separati i naufraghi da quelli che li volevano aggredire, picchiare, negargli il diritto ad essere portati in salvo sul nostro suolo.
Esattamente, quand’è che siamo diventati questo schifo?
Emiliano Rubbi
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