L'animale torturato, straziato e svaginato del proprio essere naturale, in ogni momento di tutti i secoli del predominio umano. Il suo grande urlo dal neolitico attraversa tutto l’arco sgocciolante sangue e lacrime della nostra maledizione in terra…
Per
chi abbia un cuore che abbia orecchi non è un silenzio, è veramente
un urlo spaventoso, che si avvinghia ai lobi, che ci preme il petto
con ginocchio di ferro…
Ogni atto di tenerezza e di pietà,
anche minimissimo, è infinitamente prezioso nella straziante giostra
cosmica perché la storia non dà primati che alla martellante
brutalità della Tenebra, non ha da esibire che strepiti e cori di
vigliaccherie di forti calpestanti le debolezze…
Chi tirerà
fuori anche un solo topo da una gabbia sperimentale sarà scritto nei
libri delle Sibille angeliche.
Guido Ceronetti - La fragilità del pensare
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