venerdì 7 ottobre 2011

Le donne di provincia


La nostalgia può diventare poetica solo se è tragica, quando maledici l’infanzia puttana, perduta per sempre (Carmelo Bene). Nelle canzoni dei CCCP, CSI e PGR. Quando tenti di far rivivere un fantasma di un amore perduto per sempre, come in Fitzgerald. Un amore che però ti ha cambiato, codice a parte, hai vissuto, hai giocato, hai dormito, sei stato in silenzio, hai inventato una storia, ci hai pure creduto, hai sbagliato, l’hai tirata per le lunghe, modellavi un’ascia quando dovevi montare una mensola. Un gesto d’arroganza, fiducia nel potere della parola e nella bellezza. Ed è finita. Indubbiamente, l’irreversibilità ha la sua forza poetica. Oppure, più modestamente, ma senza perdere d’efficacia, puoi dichiarare che i tempi stanno per cambiare. Senza enfasi, niente Bob Dylan, preferisco quel modo di cantare malinconico e così sensibile di Morrissey quando canta il primo verso in Please, please, please, let me get what I want: good times  for a change.

(Antonio Pascale)


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