lunedì 31 ottobre 2011

Storie


Chi non legge Cortazar è perduto. Non leggerlo è come avere una grave malattia invisibile, che col tempo può produrre terribili conseguenze. Qualcosa di simile ad un uomo che non abbia mai assaggiato le pesche: diventerebbe silenziosamente sempre più triste... e, probabilmente, poco a poco gli cascherebbero i capelli.

(Neruda)

Storia 

C'era una volta un cronopio piccoletto che cercava la chiave della porta di casa sul comodino, il comodino nella camera da letto, la camera da letto nella casa, la casa nella strada. Qui il cronopio si fermava perché per uscire in strada aveva bisogno della chiave della porta di casa.

 
Conservazione dei ricordi 

I famas, per conservare i loro ricordi, seguono il metodo dell'imbalsamazione: dopo aver fissato il ricordo con capelli e segnali, lo avvolgono dalla testa ai piedi in un lenzuolo nero e lo sistemano contro la parete del salotto, con un cartellino che dice: «Gita a Quilmes», oppure: «Frank Sinatra».
I cronopios invece, questi esseri disordinati e tiepidi, sparpagliano i ricordi per la casa, allegri e contenti, e ci vivono in mezzo e quando un ricordo passa di corsa gli fanno una carezza e gli dicono affettuosi: «Non farti male, sai», e anche: «Sta' attento, c'è uno scalino». Questa è la ragione per la quale le case dei famas sono in ordine e in silenzio, mentre le case dei cronopios sono sempre sottosopra e hanno porte che sbatacchiano. I vicini si lamentano sempre dei cronopios e i famas scuotono la testa comprensivi, e vanno a vedere se i cartellini sono sempre al loro posto. 




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