domenica 23 novembre 2014

Botticelle



Da quasi dieci anni ormai l’opinione pubblica invoca decisa, e inascoltata dal Campidoglio, la dismissione delle botticelle, le carrozze a traino equestre che nella Roma metropolitana vedono i cavalli faticare, soffrire, accasciarsi al suolo e talvolta morire. Migliaia di firme, lettere, manifestazioni, grande attenzione mediatica non sono riusciti a scalfire l’atteggiamento istituzionale, fra l’ex sindaco Alemanno strenuo difensore dei capricci di quaranta – oggi trentotto – vetturini del tutto indisponibili a trasformarsi in taxi o vetture turistiche cruelty free, e il successore Marino avviato sulla stessa linea.
Ma quanto associazioni e cittadini non hanno ancora, forse, realizzato appieno, è che la tutela dei postiglioni – non di rado protagonisti di insulti, minacce e percosse a contestatori o semplici passanti – verrà resa sempiterna a loro spese.
A dispetto della crisi, per garantire indiscutibile continuità a un’usanza che il caos della Città moderna rende anacronistica e crudele, sono stati stanziati dalla giunta Alemanno, e confermati da quella attuale, fondi pubblici con cui realizzare una mega scuderia a uso esclusivo: 141 box e pertinenze su un’immensa piattaforma di cemento, fra alloggi per gli animali, depositi per le carrozze, ufficio e letamaia. Il notevole insediamento è stato progettato, con lo sbalorditivo placet delle soprintendenze (chi controlla il controllore?) e in violazione di diverse leggi internazionali, nel cuore di Villa Borghese, sbancando una collina del Pincio della dimensione di oltre due ettari e, senza dubbio, protetta in quanto inclusa in una villa storica inedificabile, nonché Sic-sito di interesse comunitario, per tacere dei vincoli previsti dall’Unesco e dalla Carta di Firenze che equipara i giardini storici a monumenti.
Lo sbancamento del terreno, con distruzione di alberi e cespugli, prendeva il via sul finire del mandato di Alemanno, quindi il cantiere si fermò per due anni. Da qualche mese tuttavia i lavori sono ripresi, con la promessa di consegnare l’opera a gennaio. Per coincidenza, poco prima che il Corpo Forestale dello Stato effettuasse un blitz all’interno dell’ex Mattatoio di Testaccio, divulgando quanto è noto da sempre, in primo luogo alle silenziose Asl, ovvero che i cavalli vi sono detenuti in condizioni abusive, antigieniche e inadeguate.
La scorrettezza della manovra, al pari di una trappola, si fa largo fra annunci insensati. Secondo alcuni esponenti dell’Amministrazione (l’impegno era stato preso dallo stesso Marino in campagna elettorale) i cavalli verranno poi destinati a lavorare nei parchi dell’Urbe. Quali, e come faranno a raggiungerli senza attraversare stracarichi la Città convulsa, inquinata e trafficata, non è però specificato. Si ritiene giusto deciderlo poi, a scempio storico-ambientale ultimato e irreversibile, intanto che alle associazioni animaliste (in prima linea Enpa, Lav, Animalisti Italiani onlus, Oipa e tante altre) viene difficile appuntare le proteste sulla scuderia in sé. Questa renderebbe il ricovero notturno degli animali più salubre, ma allo stesso tempo cela l’obiettivo di cancellare l’ipotesi della dismissione del servizio. Dal canto loro, anziché impugnare gli atti e studiare la questione sotto il profilo legale, le associazioni ambientaliste si sono finora limitate a qualche sussulto di indignazione.
Dai 500mila euro a carico della collettività annunciati nel 2011 dall’allora assessore ai Lavori Pubblici, Fabrizio Ghera, si è passati a “un costo complessivo dell’intervento pari a 1,3 milioni di euro, come previsto dal progetto approvato dalla precedente Amministrazione, che non è stato necessario rifinanziare” 
(...)
Nel frattempo, mentre si teme che l’Assessorato all’Ambiente guidato da Estella Marino si stia adoprando per modificare il Regolamento a tutela degli animali in favore dei vetturini,  vedi la concessione del trotto oggi vietato e l’abolizione della sosta nelle ore estive più roventi, i romani in bolletta sono costretti a finanziare la costosa devastazione di un tratto del loro parco storico più famoso e centrale, non certo per veder soddisfatta la richiesta di sottrarre i cavalli a un impegno spietato, ma, può darsi, come materia di scambio per favorire altre iniziative.
Chissà allora che la prossima mossa del rantolante Campidoglio non sia la costruzione, con denaro dei cittadini, di box auto per i tassisti?

margdam@margheritadamico.it
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