Le
dico va bene, io me ne vado, ma domani torno.
Lei dice non trovi buffo come venga dato conto di ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno, mese, anno, come sia possibile nominarli quando invece il tempo, o la vita, sono così recalcitranti, così intangibili e sfuggenti? Questa cosa le fa provare pena per quelli che hanno inventato il concetto di ‘leggere l’ora’. Quanto ottimismo, dice. Quanta splendida futilità. Così perfettamente umano.
Ma Elf, dico, il fatto di non avere accesso ai criteri che ci aiutano a misurare le nostre vite non significa che le nostre vite non necessitino di essere misurate.
Può darsi, dice, ma non secondo una certa idea borghese della suddivisione temporale. È un modo fascista di organizzare una cosa – il tempo – che per sua natura sfugge radicalmente a qualsiasi categoria o definizione.
Lei dice non trovi buffo come venga dato conto di ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno, mese, anno, come sia possibile nominarli quando invece il tempo, o la vita, sono così recalcitranti, così intangibili e sfuggenti? Questa cosa le fa provare pena per quelli che hanno inventato il concetto di ‘leggere l’ora’. Quanto ottimismo, dice. Quanta splendida futilità. Così perfettamente umano.
Ma Elf, dico, il fatto di non avere accesso ai criteri che ci aiutano a misurare le nostre vite non significa che le nostre vite non necessitino di essere misurate.
Può darsi, dice, ma non secondo una certa idea borghese della suddivisione temporale. È un modo fascista di organizzare una cosa – il tempo – che per sua natura sfugge radicalmente a qualsiasi categoria o definizione.
Miriam
Toews, I miei piccoli dispiaceri
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