Un
prato, un asinello
È
un sogno che coltivo da tempo
immemorabile:
prendermi
un
asinello e piazzarlo sopra
il
prato. Giusto per omaggiarlo:
sgravato
da ogni impegno,
privato
di ogni soma, dolcissimo
asinello
da sempre maltrattato.
Dell’asino
mi incantano la mitezza
e
la pazienza, l’occhio umido
e
dolce illuminato a tratti
da
lampi di furbizia
l’endurance
millenaria
travestita
da mestizia.
Un
giorno ad Addis Abeba
ce
n’erano a decine che privi
di
padrone correvano
da
soli con fare indaffarato.
Svolgevano
– mi dissero – la funzione
del
postino: mai un pacco
andato
perso, tutto recapitato.
Io
non avevo dubbi: ché l’asino
è
preciso, assennato,
intelligente;
e svolge sempre
al
meglio l’impegno che l’attende.
Per
questo nei miei sogni penso
a
un asinello che a nome della specie
sia
premiato: non dovrà fare niente,
se
ne starà tranquillo a rimirare
il
mondo sopra un immenso prato
Franco
Marcoaldi
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