mercoledì 20 dicembre 2017

Asini





Un prato, un asinello
È un sogno che coltivo da tempo
immemorabile: prendermi
un asinello e piazzarlo sopra
il prato. Giusto per omaggiarlo:
sgravato da ogni impegno,
privato di ogni soma, dolcissimo
asinello da sempre maltrattato.
Dell’asino mi incantano la mitezza
e la pazienza, l’occhio umido
e dolce illuminato a tratti
da lampi di furbizia
l’endurance millenaria
travestita da mestizia.
Un giorno ad Addis Abeba
ce n’erano a decine che privi
di padrone correvano
da soli con fare indaffarato.
Svolgevano – mi dissero – la funzione
del postino: mai un pacco
andato perso, tutto recapitato.
Io non avevo dubbi: ché l’asino
è preciso, assennato,
intelligente; e svolge sempre
al meglio l’impegno che l’attende.
Per questo nei miei sogni penso
a un asinello che a nome della specie
sia premiato: non dovrà fare niente,
se ne starà tranquillo a rimirare
il mondo sopra un immenso prato

Franco Marcoaldi

 








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