giovedì 23 agosto 2018

Lattosio




Fino a poco tempo fa si pensava che la capacità di digerire il latte in età adulta fosse un tratto dominante, invece fino al 70% della popolazione mondiale presenta una non-persistenza della lattasi (deficit di lattasi in età adulta).
La diagnosi di intolleranza al lattosio si esegue soltanto con esami di laboratorio: il breath test al lattosio (il più diffuso) e il test genetico per l’intolleranza al lattosio.
I nostri antenati potevano digerire il lattosio solo durante la prima infanzia. Gli adulti non erano in grado di digerirlo bene. Oggi una persona su tre può digerire il lattosio anche in età adulta, mentre 2 persone su 3 sono intolleranti.
In Italia il deficit di lattasi interessa in media il 40-50% della popolazione, con punte di prevalenza particolarmente elevate nelle popolazioni meridionali, potendo raggiungere il 70% in Campania e Sicilia.
Oggi una persona su tre può bere il latte anche da adulta perché portatore di una mutazione genetica, nota come persistenza della lattasi (Lactase Persistence). La mutazione della persistenza dell’enzima lattasi si è diffusa ad una velocità straordinaria in Europa, dopo essersi originata circa 7500 anni fa.  
La mutazione genetica, che ha consentito ai primi europei di bere latte senza risentire di conseguenze negative, si sarebbe verificata, in particolare, fra popolazioni che vivevano tra i Balcani centrali e il centro Europa. In precedenza si riteneva che la selezione naturale avesse favorito i bevitori di latte solamente nelle regioni più settentrionali dell'Europa, a causa del loro maggior fabbisogno di vitamina D nella dieta. 








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