Fino
a poco tempo fa si pensava che la capacità di digerire il latte in
età adulta fosse un tratto dominante, invece fino
al 70% della popolazione mondiale presenta una non-persistenza della
lattasi (deficit di
lattasi in età adulta).
La
diagnosi di intolleranza al lattosio si esegue soltanto con esami di
laboratorio:
il breath test al lattosio (il più diffuso) e il test genetico per
l’intolleranza al lattosio.
I
nostri antenati potevano digerire il lattosio solo durante la prima
infanzia. Gli adulti non erano in grado di digerirlo bene. Oggi una
persona su tre può digerire il lattosio anche in età adulta, mentre
2 persone su 3 sono intolleranti.
In
Italia il deficit di lattasi interessa in media il 40-50% della
popolazione, con punte di prevalenza particolarmente elevate nelle
popolazioni meridionali, potendo
raggiungere il 70% in Campania e Sicilia.
Oggi
una persona su tre può bere il latte anche da adulta perché
portatore di una mutazione genetica, nota come persistenza della
lattasi (Lactase Persistence). La
mutazione della persistenza dell’enzima lattasi si
è diffusa ad una velocità straordinaria in Europa, dopo
essersi originata
circa 7500 anni fa.
La mutazione genetica, che ha consentito ai primi europei di bere latte senza risentire di conseguenze negative, si sarebbe verificata, in particolare, fra popolazioni che vivevano tra i Balcani centrali e il centro Europa. In precedenza si riteneva che la selezione naturale avesse favorito i bevitori di latte solamente nelle regioni più settentrionali dell'Europa, a causa del loro maggior fabbisogno di vitamina D nella dieta.
La mutazione genetica, che ha consentito ai primi europei di bere latte senza risentire di conseguenze negative, si sarebbe verificata, in particolare, fra popolazioni che vivevano tra i Balcani centrali e il centro Europa. In precedenza si riteneva che la selezione naturale avesse favorito i bevitori di latte solamente nelle regioni più settentrionali dell'Europa, a causa del loro maggior fabbisogno di vitamina D nella dieta.
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