giovedì 11 ottobre 2018

Note alimentari




kon-igi:
Il peperoncino non è irritante, anzi, è completamente innocuo, infatti insetti, pesci e uccelli lo possono consumare senza provare il minimo effetto urticante.
La fregatura per noi animali a sangue caldo sta nel fatto che l’evoluzione ha dotato le nostre mucose dei TrpV1 (transient receptor potential cation channel subfamily V member 1) cioè ricettori per la termoregolazione, che reagiscono in maniera ‘esplosiva’ al contatto con questa sostanza, simulando a tutti gli effetti un’ ustione da alimento rovente.
Sebbene l’aumento di temperatura sia in questo caso completamente virtuale, il corpo però risponde con una vasodilatazione volta alla dispersione di questo calore e da qui rossore, gonfiore, sensazione urente e, nei casi più seri, lesioni delle mucose.
I problemi causati da un consumo eccessivo di peperoncino (o da un piccolo consumo ma di peperoncini con gradi Scoville elevati) non sono però virtuali sia perché la risposta a livello gastrico è di ipersecrezione di acido cloridrico (problemi di grastralgia e ulcera) sia perché questa sostanza, consumata a dosi elevate, è stato visto essere co-cancerogena, cioè può partecipare a quei meccanismi di modificazione cutanea che come per le bevande estremente calde possono favorire il presentarsi e il proliferare di cellule tumorali.
@firewalker
Tutti pensano che i semi siano la parte più piccante del peperoncino, in realtà è la placenta, che è l'involucro che li contiene. Il motivo è ovvio: difendere, difendere, difendere. I mammiferi, ma soprattutto i funghi, i batteri e altri microrganismi hanno il brutto vizio di distruggere quello che mangiano o invadono, semi compresi; gli uccelli non hanno quest'abitudine, anzi, spesso aiutano la pianta a disperderli. E qui entra in gioco l'evoluzione che tenta e ritenta ha trovato la sostanza giusta: inferno ai distruttori, paradiso ai disseminatori.
tutte le bevande calde sono cancerogene, anzi tutti i cibi troppo caldi sono cancerogeni. Il problema però sorge quando una popolazione è abituata a mangiare o bere grandi quantità quotidiane dell’alimento caldo.
Il caldo danneggia gli epiteli, costringendo quindi a una riparazione. Riparazione vuol dire moltiplicazione di nuove cellule per sostituire quelle vecchie e danneggiate. Se il danno è continuo e costante aumentano le probabilità di errori nella duplicazione nel DNA, favorendo così lo sviluppo di cellule neoplastiche.












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