Note alimentari
kon-igi:
Il
peperoncino non è irritante, anzi, è
completamente innocuo, infatti insetti, pesci e uccelli lo possono
consumare senza provare il minimo effetto urticante.
La
fregatura per noi animali a sangue caldo sta nel fatto che
l’evoluzione ha dotato le nostre mucose dei TrpV1 (transient
receptor potential cation channel subfamily V member 1) cioè
ricettori per la termoregolazione, che reagiscono in
maniera ‘esplosiva’ al contatto con questa sostanza,
simulando a tutti gli effetti un’ ustione da alimento rovente.
Sebbene
l’aumento di temperatura sia in questo caso completamente virtuale,
il corpo però risponde con una vasodilatazione volta alla
dispersione di questo calore e da qui rossore, gonfiore, sensazione
urente e, nei casi più seri, lesioni delle mucose.
I
problemi causati da un consumo eccessivo di peperoncino (o da un
piccolo consumo ma di peperoncini con gradi Scoville elevati) non
sono però virtuali sia perché la risposta a livello gastrico è di
ipersecrezione di acido cloridrico (problemi di grastralgia e ulcera)
sia perché questa sostanza, consumata a dosi elevate, è stato visto
essere co-cancerogena,
cioè
può partecipare a quei meccanismi di modificazione cutanea che come
per le bevande estremente calde possono favorire il presentarsi e il
proliferare di cellule tumorali.
@firewalker
Tutti
pensano che i semi siano la parte più piccante del peperoncino, in
realtà è la placenta, che è l'involucro che li contiene. Il motivo
è ovvio: difendere, difendere, difendere. I mammiferi, ma
soprattutto i funghi, i batteri e altri microrganismi hanno il brutto
vizio di distruggere quello che mangiano o invadono, semi compresi;
gli uccelli non hanno quest'abitudine, anzi, spesso aiutano la pianta
a disperderli. E qui entra in gioco l'evoluzione che tenta e ritenta
ha trovato la sostanza giusta: inferno ai distruttori, paradiso ai
disseminatori.
tutte
le bevande calde sono cancerogene, anzi tutti i cibi troppo caldi
sono cancerogeni. Il problema però sorge quando una popolazione è
abituata a mangiare o bere grandi quantità quotidiane dell’alimento
caldo.
Il
caldo danneggia gli epiteli, costringendo quindi a una riparazione.
Riparazione vuol dire moltiplicazione di nuove cellule per sostituire
quelle vecchie e danneggiate. Se il danno è continuo e costante
aumentano le probabilità di errori nella duplicazione nel DNA,
favorendo così lo sviluppo di cellule neoplastiche.
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