‘Molti,
molti anni fa’, mi raccontò ‘quando gli alberi e le montagne
erano ancora le cose più grandi che esistevano, e grosse belve si
aggiravano sulla Terra, i cantastorie si sedevano intorno a un fuoco
a raccontare storie così meravigliose che facevano danzare e ridere
la gente, e piangere anche, perché pure piangere è necessario a
volte. Sentendo quelle storie così belle, i corvi decisero che le
parole degli uomini dovevano essere scritte e conservate a futura
memoria. Cos’ donarono le loro piume ai cantastorie, quindi si
morsero la lingua perché le loro bocche si riempissero di sangue. Il
sangue di un corvo sgorga nero come un cielo notturno. Scuro come
l’inchiostro. In quel sangue così buio i cantastorie
intinsero le piume e si accinsero a scrivere ciò che sino a quel
momento avevano solo narrato a voce. Pagina dopo pagina, i corvi
offrirono fedelmente piume e sangue. Il loro sacrificio permise alle
storie degli uomini di prendere il volo da un mondo all’altro’
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