domenica 14 giugno 2020

Senza fine e senza vergogna



Anche i pesci si disperano e potrebbero essere usati per sperimentare antidepressivi.
Un gruppo internazionale di scienziati, provenienti da Russia, Brasile e Cina, ha scoperto il cosiddetto «fenomeno della disperazione»​  nei pesci e ha concluso che la depressione è un meccanismo più antico di quanto si possa immaginare.
Dopo aver tenuto la coda del pesce in un materiale speciale, gli specialisti li hanno immersi per cinque minuti in piccoli bicchieri con acqua e farmaci antidepressivi tradizionali: amitriptilina o sertralina. Durante quel periodo, i ricercatori hanno misurato la frequenza e l'ampiezza dei loro movimenti, nonché i periodi di immobilità. Hanno anche usato scosse elettriche a bassa tensione, un feromone di allarme e un tranquillante. Gli scienziati hanno notato che sia la scossa elettrica che l'allarme hanno abbassato l'attività del pesce, mentre gli antidepressivi lo hanno aumentato, il che significa che il livello di stress è diminuito. Il tranquillante non ha avuto effetto.
Gli specialisti sono giunti a diverse conclusioni, incluso il fatto che è possibile testare farmaci contro la depressione sui pesci. (...)
«Considerando che il 70% dei pesci e degli esseri umani sono geneticamente simili tra loro, abbiamo proceduto alla ricerca di potenziali bersagli biologici per gli antidepressivi in ​​un modo molto meno difficile e meno costoso rispetto a quando si lavora con roditori», ha detto Alán Kalúyev, uno degli autori dello studio.



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