- È questo. E ascolta bene. Ho riflettuto sull’amore e ci ho ragionato sopra. E mi sono reso conto dov’è il nostro sbaglio. Gli uomini s’innamorano la prima volta. E di chi s’innamorano?
Il ragazzo teneva la morbida bocca semiaperta e non rispose.
- Di una donna, - disse il vecchio. - Senza scienza, senza guida, intraprendono l’esperienza più sacra e pericolosa su questa terra di Dio. S’innamorano di una donna. Esatto, figliolo?
- Sì, - disse piano il ragazzo.
- Cominciano dalla parte sbagliata dell’amore. Cominciano dal culmine. C’è da meravigliarsi poi che sia una tale miseria? Sai come dovrebbero amare gli uomini?
Allungò una mano e afferrò il ragazzo per il colletto della giacca di cuoio. Gli dette piano uno scrollone e gli occhi verdi guardavano gravi in basso senza ammiccare.
- Figliolo, sai come dovrebbe cominciare l’amore?
Il ragazzo sedeva rannicchiato e immobile ascoltando. Adagio scosse la testa. Il vecchio si piegò più vicino e sussurrò:
- Un albero. Una pietra. Una nuvola.
Pioveva ancora nella strada: una molle, grigia pioggia senza fine.
(...)
- Sono sei anni ormai che me ne vado in giro a costruire la mia scienza. E adesso sono un maestro. Figliolo. Adesso amo tutto. Non devo più nemmeno rifletterci. Vedo una via piena di gente e dentro di me si accende una luce. Vedo un uccello nel cielo. Incontro un viandante per la strada. Tutto, figliolo. E chiunque. Tutto estraneo e tutto amato. Ti rendi conto di cosa significa una scienza come la mia?
Rigido il ragazzo stringeva le mani all’orlo del banco. Finalmente chiese:
- E quella signora l’avete ritrovata davvero?
- Cosa? Che dici, figliolo?
- Voglio dire, - fece timido il ragazzo. – Vi siete poi innamorato d’una donna?
Il vecchio abbandonò la presa sul colletto del ragazzo. Si voltò e per la prima volta i suoi occhi verdi ebbero uno sguardo vago e sperduto. Alzò il boccale dal banco e trangugiò la birra gialla. Scuoteva la testa in qua e là, poi finalmente rispose:
- No, figliolo. Vedi, quello è l’ultimo passo nella mia scienza. E io vado prudente. Non mi sento ancora pronto.
Carson McCullers, La ballata del caffè triste
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