Io creatura selvatica
temo le parole
fredde dure indifferenti
Temo
i sorrisi acidi
le occhiate frivole
le alzate di spalle
Quando ero bambina
scrivevo le poesie in soffitta
perché non ridessero
Per ore e ore pensavo
come poter guarire
la zampetta malata di una rana
che sedeva nel fosso
Oggi come allora
chiedo mani che accarezzano
Parole calde e morbide
come lana di pecora
Małgorzata Hillar, Io creatura selvatica
Nessun commento:
Posta un commento