lunedì 25 aprile 2011

Steinbeck



Allora il Dottore fece suonare sul grammofono Ardo e Amor, da un album di Monteverdi. Gli ospiti se ne rimasero tranquilli e i loro occhi erano pensosi. Il Dottore sentiva una dorata, gradevole tristezza. Gli ospiti rimasero silenziosi, quando la musica tacque. 
Il Dottore prese un libro e lesse, con voce chiara e profonda:



Ora
Se vedo nell'anima mia la bella dai seni simili a cedri,
Tutta color dell'oro, col volto quali le stelle notturne,
Che la illuminano; col corpo rischiarato dalla fiamma,
Ferito dalla sfolgorante lancia d'amore,
La mia prima, in ragione dei suoi giovani anni,
Allora il mio cuore è sepolto vivo nella neve.
...
Ora
I miei occhi stupiti di non più vedere, creano, creano
Volti della mia fanciulla perduta. O riccioli d'oro
Che sfiorate guance come piccole foglie di magnolia,
O candida, morbida pelle, dove
Le mie povere labbra abbandonate hanno scritto eccellenti
Stanze di baci, e non ne scriveranno più.
...
 Ora
Amo occhi neri e lunghi che carezzano come seta,
Sempre, sempre occhi tristi e ridenti,
Le cui palpebre danno un'ombra così dolce quando si chiudono
Da far pensare a un nuovo e bello sguardo di lei.
Amo una fresca bocca, sì, una bocca profumata,
E ondulati capelli, sottili come fumo,
E dita leggere, e riso di verdi gemme.




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