Se
fossi Dio, i miei dieci comandamenti sarebbero così:
1)
Io sono il Signore Dio tuo e tutto il resto, ma tu fai pure come ti
pare. Non ho creato l’universo per metterci dentro qualche
minuscolo organismo che bela il mio nome, se no creavo pecore invece
di stelle.
2)
Non dare corda a miei sedicenti rappresentanti. Chi parla a mio nome
o è pazzo o è un ciarlatano, fai tu. Ma soprattutto non invio
angeli sulla Terra, e questo per due semplici motivi che ora andrò
a esporti: primo, non esiste nessun angelo; secondo, non ne ho
bisogno. Se proprio devo dirti una cosa, te la scrivo in cielo, ok?
3)
Non pensare mai che una disgrazia, una guarigione o un qualsiasi
altro fatto che ti riguarda sia opera mia. Cioè, se vuoi pensalo
pure, ma non è vero.
4)
Non pregarmi, tanto non attacca.
5)
Ricordati di santificare tutti i giorni della settimana. Non per me,
ma per te: sei ancora vivo e questo non succede spesso.
6)
Fai della tua vita quello che ti pare, ma non rompere le palle agli
altri. La tua libertà finisce dove inizia la vita privata altrui.
7)
Corollario del comandamento precedente: non uccidere. Ripeto: non
uccidere, chiaro? Non “non uccidere a meno che uno non trasgredisca
questi comandamenti e/o creda in divinità diverse dal
sottoscritto”. No, non uccidere. Punto. Qual è la parte di “non
uccidere” che non capite?
8)
Se proprio muori dalla voglia di fare una strage, almeno non andare a
dire in giro che la fai per farmi contento. Ragazzi, imparate ad
assumervi le vostre responsabilità.
9)
Non passare la vita con la fissa del paradiso, perché tanto io
quassù non ti ci faccio venire, mi spiace. Però c’è
l’inferno, cioè la vita che crei a te stesso e agli altri se non
segui questi comandamenti.
10)
Non starmi addosso.
Pubblicato
da Smeriglia
| 23.11.15
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