"Gentile
civiltà aliena del pianeta Terra.
Siamo gli abitanti della
stella KIC 8462852 distante 1481 anni luce quella che state
osservando con quel bidone aspiratutto che chiamate satellite
Kepler.
Sappiamo che siete turbati perché avete notato delle
variazioni di luce anomala sulla nostra superficie e i vostri
giornali e scienziati stanno sparando ipotesi.
Ci teniamo
quindi a precisare quanto segue:
Anzitutto smettetela di
chiamarci alieni. Il termine “alieno” è reciproco, quindi se noi
siamo alieni per voi, voi siete alieni per noi. La nostra stella non
si chiama KIC 8462852, ma Seuisprusbellusdetottukosmox, quindi
facciamo uno sforzo linguistico: noi vi chiameremo terrestri e voi
chiamateci Prubelli.
Vi chiederete perché parliamo la vostra
lingua. Beh, non abbiamo né televisione né web né gossip, ma siamo
telepatici a lunga distanza, e ci colleghiamo cerebralmente con voi
per ridere quando siamo un po’ tristi. Se proprio volete saperlo,
nelle nostre barzellette razziste voi siete i nostri carabinieri, i
nostri terroni, eccetera.
È vero, come avete ipotizzato, che
siamo una civiltà superiore alla vostra, ma non per la tecnologia.
Siamo semplicemente più pacifici, amichevoli e ottimisti di voi, ma
anche un po’ riservati e incazzosi.
Quindi quel vostro
obsoleto bidone aspiratutto che ci stia spiando ci innervosisce un
po’.
Abbiamo letto che vi stupite delle variazioni luminose
della nostra stella. Pensate che il fenomeno sia dovuto a pannelli
solari, a utilizzo di gas rari e sconosciuti, a avanzatissime
tecniche di trasformazione energetica. La vostra misura dell’Universo
è l’Enel.
Avevamo pensato di prendervi in giro, dicendovi che
la luce viene da concerti rock con palchi di ventisei chilometri, per
far schiattare di invidia i vostri rockettari, oppure che Kepler
stava osservando una partita notturna di calcio galattico tra noi e
il Real Andromeda. Ma detestiamo le bugie.
Non vi descriviamo
che tipo di creature siamo, quanti arti, tentacoli antenne e orecchie
abbiamo, perché sappiamo che definite bizzarro chiunque non
assomigli a voi. Pensateci pure come dei peluche di tre tonnellate, o
dei polipi ballerini, o degli stronzi azzurri che procedono
rotolando, o mostri simili a mantidi, oloturie o cuochi di
MasterChef. Immaginateci come vi piace.
Però possiamo dire che
abbiamo una bellissima musica che assomiglia un po’ al vostro blues
e un po’ al rumore che fanno le vostre lavatrici. Ma non abbiamo
bisogno di grandi palchi né di effetti speciali. Non abbiamo neanche
un campionato di calcio, anche se ci piacerebbe. Perché ahimè, sul
nostro pianeta siamo in ventuno, e ci manca sempre un giocatore.
Il
nostro sport nazionale è il Nonsifrullax. Non è facile da spiegare.
Diciamo che assomiglia al vostro biliardino, o calcio balilla. Dieci
di noi stanno infilati nei bastoni e quattro girano le manopole. Dato
che i bastoni sono infilati in modo e zona non piacevole, le partite
durano pochissimo, tutti vogliono manovrare e nessuno vuole fare
l’ometto calciatore. Quindi la luce non viene da uno stadio.
La
spiegazione è più semplice. Noi Prubelli siamo aperti e tolleranti,
abbiamo dodici sessi e quindi non ringhiamo come fate voi su chi è
normale, su chi ha diritti e su cos’è la vera famiglia. Abbiamo
una vita abbastanza regolare, che voi potreste definire noiosa, ma
per noi è serena, avevamo una grande tecnologia ma ci abbiamo
rinunciato mantenendo solo tre invenzioni: il giradischi, il
cellulare senza tasti per non disturbare nessuno, e la bicicletta. Ci
piace moltissimo fare gite in montagna, salire e discendere.
Purtroppo la pendenza più alta del nostro pianeta è sedici
centimetri, perciò ci scaliamo tra di noi.
Volete sapere il
perché delle variazioni di luce? In ogni gruppo o etnia o civiltà
c’è una percentuale di rompicoglioni. È una legge universale. Noi
siamo pochi e ne abbiamo uno solo: si chiama Macculimortèx, è un
prubello buono e mite, ma lamentoso e sempre scontento. Dice che
dovremmo essere più aperti all’universo, più curiosi. Forse ha
ragione, ma talvolta esagera. Ad esempio da quando sa che voi ci
spiate, vi spia a sua volta, ha tirato fuori un vecchio telescopio e
vi osserva tutta la notte. Dice che non capisce niente di quello che
fate, ma che avete dei bellissimi quadri e alberi e che non fate
altro che mangiare.
Ebbene sì su Seuisprusbellus siamo golosi.
Ma non abbiamo materie prime: una sola verdura, la peppera piccante, e
un solo animale commestibile, il Gigacocco. I nostri piatti tipici
sono il tortino di polvere alla peppera e il macigno pepperato, che
sarebbe un po’ come la vostra amatriciana, ma meno
digeribile.
Perché, direte voi, non mangiate il Gigacocco? Beh
il Gigacocco assomiglia a un vostro pollo, ma è alto come un
condominio di otto piani, e ha una pessimo carattere. È già tanto
se lui non mangia noi.
Questo turba Makkulimortèx. È
ossessionato dalle vostre televisioni, segue le migliaia di
trasmissioni dedicate alla cucina, e crepa d’ invidia. É convinto
che voi pensiate solo a mangiare perché non avete altri pensieri. E
invece sappiamo che voi mangiate proprio perché siete pieni di
pensieri. E molti di voi non hanno da mangiare.
Ogni notte Makku
si collega con la Terra e inizia a cantare le vostre sigle e a
declamare a alta voce le ricette tipo “dadolata di astice con
polenta allo zenzero su letto di rucola e julienne di mango". Lo
affascina la selvaggia violenza dei vostri chef e il pianto dei
concorrenti, dice che è la cosa più deliziosamente sadica
dell’universo.
In una di queste notti insonni Makku è
impazzito, ha spalancato la finestra e si è messo a gridare “anche
io voglio la dadolata di astice”. Ci siamo svegliati, abbiamo
acceso la luce e ci siamo messi a urlare in coro “basta,
rompiballe, sta zitto, facci dormire”.
Svelato il mistero: le
variazioni di luce sono dovute alle nostre arrabbiature contro il
delirio notturno di Makku. Ed è colpa vostra.
Quindi vi diamo
un consiglio.
Dimenticate KIC 8462852 come la chiamate voi. La
vostra curiosità scientifica è legittima, ma vi facciamo una
domanda. Vi farebbe veramente bene scoprire che esiste una civiltà “
aliena”?
Certo, la certezza che non siete soli nell’universo
potrebbe ridimensionare la vostra onnipotenza, la vostra avidità, la
vostra fame di dominio.
Ma se invece vi facesse male? Se subito
pensaste a accordi commerciali, a sfruttamento delle risorse, addirittura a una escalation di armamenti contro la nostra
minaccia?
Non siete in grado di accettare gli immigrati e
sareste capaci di accogliere gente da altri pianeti? Siete spaventati
dall’omosessualità e accettereste i nostri dodici sessi? Ve ne
fregate di chi sta male ai vostri confini e vi interessate a noi che
stiamo a mille anni luce?
Forse è meglio se non ipotizzate
troppo, e vi limitate a raccogliere i dati del vostro bidone
aspiratutto.
Avete altro a cui pensare: cercate di non
distruggere il vostro pianeta e non ammazzatevi troppo in nome di
grandi idee che nell’universo diventano meno di un brivido. E non
fate falli su Messi (certo, se arrivasse lui come ventiduesimo
potremmo giocare grandi partite!)
Soprattutto, per dirla nella
nostra lingua
Fathevansfurkettatteccazzevostrex (Fatevi un po’
gli affari vostri)
Cordiali saluti e auguri, i ventuno abitanti
di Seuisprusbellusdetottuscosmox."
Stefano
Benni, Lettera dallo spazio
(Repubblica 20/10/2015)
(Repubblica 20/10/2015)
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