martedì 24 maggio 2016

Ciechi per scelta




di Andrea Panico

Aeroporto di Kos. Lascio Kos.
Quello che ero è già andato via da tempo, insieme alle promesse mai mantenute e alle giacche e alle cravatte dello studio legale di Via Piave n. 8.
Non ho nascosto nulla in un cofanetto di un armadio, stavolta i resti maciullati di quella vita di secoli fa sono in fondo al mare. Coordinate precise, profondità.
Ricordo tutto.
Dove come e perché.
La quotidiana strage di diritti a cui ho assistito e il fumo denso della plastica, che a Idomeni bruciava a qualunque ora del giorno e della notte, devono avere ostruito qualche valvola cardiaca. Perché da quel caos sussurrato in sette lingue differenti nel fango della tendopoli qualcosa uscendo ha aggredito il mio sistema immunitario, fortificato l’anima e rigettato ogni idea di compromesso con la storia.
Che non avvenga in mio nome, né nel nome di coloro che amo: le vostre politiche restrittive, la vostra applicazione pratica di idee di sicurezza e di caccia allo straniero, la vostra follia contenuta in accordi di dolore e morte.
Questa è roba vostra e delle vostre commissioni e sottocommissioni parlamentari.
A noi "
solo" la colpa di avere permesso che tutto ciò potesse accadere lasciandovi banchettare sulle carcasse dei siriani.
E degli afgani.
E degli iracheni.
E dei pakistani.

  
Mio dio. Cosa siamo.
Che cosa siamo diventati.
E l’assenza di punti interrogativi nelle precedenti due proposizioni e’ dovuta al fatto che nessuno di noi ha più il diritto di porsi domande. I dati e le statistiche, sono le risposte.
Ciechi per scelta. Tutti noi. Ngo, nazioni unite, paesi e popolazioni.
Un giorno di queste mani sporche di sangue scuro, di quello arterioso che nel macchiare non vien più via, dovremo dare conto ai nostri figli.
Quando, seduti intorno a un tavolo, con i libri di storia tra le mani, chiederanno il perché delle migliaia di vite sterminate.
Pretenderanno spiegazioni per questa nostra scelta di guardare le cose da lontano lasciando che gli eventi si susseguano. Come davanti uno schermo con pop corn e coca cola si osserva annoiati un film muto, concentrandosi più sul cibo che sulla trama, sperando che la pellicola termini il prima possibile.

[23 maggio 2016]

http://www.meltingpot.org/



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