Nonostante
l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) sia un diritto
acquisito sin dal 1978
spesso alcuni fenomeni sembrano ostacolare questa libertà delle
donne.
Il
caso più lampante è l'obiezione
di coscienza dei ginecologi,
che per ragioni personali si rifiutano
di praticare aborti
che le donne ricercano volontariamente. Questo rende difficile per
una donna riuscire a esercitare quel diritto all'aborto garantito
dalla legge, che di fatto smette
così di essere un diritto.
Che diritto è, se non si è messi nelle condizioni di esercitarlo?
Il
Consiglio d'Europa ha richiamato infatti l'Italia per la violazione
del diritto
all'interruzione volontaria di gravidanza, che limita le libertà
femminili, e la
causa è proprio l'alto numero di obiettori.
Ma quanti sono, e come sono distribuiti sulla penisola, questi
obiettori? Lo rende molto chiaro una mappa
diffusa dal sito ufficiale di Internazionale
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