Airgun su Santa Maria di Leuca
di
Maria Rita D’Orsogna,
Fisico
e docente all’Università statale della California
[Articolo
dedicato ai signori Giovanni Torchia, Jean Pierre Davit e
Roberto Mezzalma, autori di questo schifo per conto dei petrolieri,
vergognatevi e andate a fare airgun a casa vostra]
"Molti
studi confermano che l’esplorazione sismica costituisce una
potenziale minaccia per i mammiferi marini poiché lo spettro di
udibilità di questi si può spesso sovrapporre con le basse
frequenze emesse dagli air gun. L’esplorazione sismica [...] può
comunque determinare un impatto negativo sulla comunità ittica e le
altre specie alieutiche"
(dalla
Valutazione di Impatto Ambientale della Edison e della Petroceltic)
E
se lo dicono loro!
Si
chiama Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare. In più di dieci anni della mia personale esperienza, questo
ministero, quali che siano stati i colori politici dei suoi
rappresentanti, di tutela del mare ne ha fatta poca. Anzi, questo
ministero ha spesso fatto la tutela di affaristi e speculatori,
petrolieri da ogni dove in
primis.
Questa
volta è il turno di due ditte che da tempo hanno preso di mira
l’Italia e che ora ci riprovano con l’intento di fare airgun in
Puglia. La
Edison
Spa ha
sede a Milano ed è al 99,4 per cento di proprietà della Electrité
de France.
La Petroceltic
ha sede invece a Dublino
e fra le sue sussidiarie c’è la Petroceltic Italia che ha varie
concessioni in giro per la penisola, inclusa Elsa fra l’Abruzzo e
le isole Tremiti. In questi giorni il duo Edison-Petroceltic deposita
istanza per eseguire indagini geofisiche con airgun in tre dimensioni
su un’area di circa trecento chilometri quadrati nel permesso di
ricerca di idrocarburi “d 84F.R-EL”.
La
concessione è a quattordici
miglia da Santa Maria di Leuca e interessa due aree protette.
A quattordici miglia sorge infatti il Parco
Naturale Regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di
Tricase” con
zona di Bird Watching e caratterizzata da numerose specie migratrici,
e a ventinove miglia c’è invece il Sito di Interesse Comunitario
marino “Posidonieto
Capo San Gregorio – Punta Ristola”.
I
“posidonieti” sono (o dovrebbero essere!) fra le strutture marine
più protette del mondo, per la loro unicità e perché garantiscono
la biodiversità e la salute del mare.
In
queste acque vivono (per ora) la stenella striata, la balenottera
comune, il capodoglio, e lo zifio. Passano per di qui il tonno rosso,
l’alalunga e il pesce spada. E ancora il gambero viola, il gambero
rosso, lo scampo, il totano… Ci sono pure le tartarughe Caretta
caretta, anche questa in teoria super protetta, e le specie Chelonia
mydas (tartaruga verde) e Dermochelys coriacea (tartaruga liuto).
Le
tecniche sono le stesse di sempre, spari
violenti ad aria compressa ogni dieci-quindici secondi ad alta
intensità per avere immagini del sottosuolo grazie ai segnali
riflessi dalle strutture geologiche
del
sottosuolo.
Il
fatto che questo airgun sia per ottenere rilievi in tre dimensioni
significa che i lavori saranno molto più intensi
rispetto
alla presa in due dimensioni perché, ovviamente, ci vogliono più
dati per visualizzare in tre dimensioni. E infatti
parlano
di lavori fra i quindici e i venticinque giorni, ventiquattro ore su
ventiquattro,
anche se dopo scrivono che faranno sedici giorni di spari diretti con
trentatré airgun attivi. Ce ne hanno pure tre di riserva, che non si
sa mai, eh?
Tra
una linea e l’altra dell’area che spazzoleranno ci saranno
cinquecento metri. Facciamo allora sedici giorni, facciamo ogni
quindici secondi, facciamo trentatré airgun attivi. Cosa significa?
Significano la bellezza di circa
tre milioni di spari. Tre milioni di spari nel mare.
Purtroppo nessuno potrà avvisare le strenelle, i balenotteri, i
capodogli e gli zifi
che
vivono nel mare di Puglia che stanno per arrivare tre milioni di
spari, ventiquattro ore su ventiquattro, da trentatré sorgenti
di airgun che li avvolgeranno da ogni dove.
E
allora leggiamo la valutazione d’impatto ambientale. Come sempre un
sacco di panzane! La prima è che l’opzione zero non si può fare,
perché non sarebbe coerente con “l’attuale politica energetica
italiana”. Io non so quale sia davvero la politica energetica
italiana, visto che qui tutti parlano di tutto, ma alla fine non
esiste una vera strada. Tutti fanno un po’ quello che vogliono, a
casaccio, senza mai pensare alle conseguenze. Si parla, parla, parla,
ma alla fine tutto è fatto a casaccio.
Nel
2018 e stiamo ancora cercando petrolio lungo le coste pugliesi?
Ma
ci sono o ci fanno?
Quanti
accordi abbiamo firmato da Kyoto in giù?
Quante
volte i politici italiani si sono riempiti la bocca di promesse di
energia green? Di economia sostenibile? Di difesa dell’ambiente? Me
lo ricordo ancora Renzi che faceva proclami in California. Quanto
abbiamo preso in giro Trump perché si è ritirato dagli accordi di
Parigi? Quanto
inchiostro è stato speso per dire che l’Italia lotterà contro i
cambiamenti climatici? Quante ne abbiamo dette alla Croazia che
voleva trivellare dal suo lato?
E
noi siamo qui a fare airgun, l’anticamera delle trivelle, a pochi
chilometri dalle coste di Puglia? Se glielo lasciamo fare sarà tutto
una presa in giro. Un po’ di vergogna almeno? No, eh?
Andiamo
a leggere ancora. Dicono l’area è caratterizzata da colonie di
coralli bianchi, alcuni noti, altre invece della cui esistenza non si
è certi al 100 per cento. Ovviamente la presenza di coralli
significa anche la presenza di vita marina. Nella concessione ci sono
anche zone di ripopolamento ittico, che loro chiamano “nursery”
e
zone di “spawning”
per
non far spaventare nessuno. In inglese suona tutto un po’ piu’
asettico, vero? Perché
non parlare in italiano e dire che vogliono sparare nelle zone dove i
pesci vanno a riprodursi e a depositare le uova?
Mia
risposta: perché
pensano che la gente sia stupida. Ma
che vuoi che importi. Neanche sappiamo cosa c’è nei nostri mari,
ma gli spariamo lo stesso.
Dicono
che “al bordo” della loro concessione “sono presenti delle
colonie di coralli bianchi. Si tratta di specie ritenute di grande
importanza per la biodiversità che sono in grado di promuovere lo
sviluppo di una ricca fauna bentonica” .
Notare
che loro stessi, i petrolieri, dicono che evitano le zone con più
coralli e più fauna ittica per precauzione. Quindi lo sanno anche
loro che certo non è carino andare sparare ai coralli e ai pesci che
lì vivono. Ma e… le altre zone? Se ci spostiamo un pochino dai
coralli noti, va bene invece? E le balenottere? I zifi? I capidogli?
E i tonni? E le tartarughe? Per i cetacei dicono che secondo i loro
studi, potrebbero esserci disturbi fino a 5.800 metri dal punto di
emissione, se usano gli airgun più potenti che hanno. Bontà loro
però in alcuni punti useranno airgun meno potente, che si potrà
sentire “solo” a 1.700 metri di distanza.
Ovviamente
questi sono tutti numeri
di petrolieri,
per cui, occorre verificarli, e potrebbero esser molti di più. Ad
ogni modo, considerato che faranno airgun in un area di trecento
chilometri quadrati, tutta l’area (e anche un po’ di più)
diventerà una specie di sassaiola contro i cetacei, che non sapranno
dove andare, confusi dagli spari che arriveranno senza sosta. Che
vergogna.
Leggiamo
ancora. Viene fuori che questa istanza della Edison e della
Petroceltic si trova all’interno dell’area D15, definito “spazio
aereo pericoloso dalla superficie sino a 5.500 piedi (circa 1.650
metri) per intensa attività aerea militare, attiva con preavviso a
mezzo NOTAM”. Ci sono qui pure “ordigni inesplosi”. Eh? Cioè
ci sarà attività militare dall’alto, ci sono ordigni inesplosi, e
facciamo airgun ai pesci. Altro che far west! Qui e’ tutta una
sparatoria.
Come
in tutti i progetti di Valutazione di Impatto Ambientale si tende
sempre a minimizzare, e a dare al colpa ad altri, a dire che è tutto
nell’interesse nazionale, che gli effetti negativi sono tutti
trascurabile e nulli e che è tutto “tutto apposto”, sempre.
Infatti quelli della Edison-Petroceltic dicono che le più importanti
minacce per i pesci sono la pesca, l’inquinamento e lo sviluppo
antropico costiero. Non possono dire però che l’airgun faccia bene
e quindi aggiungono che l’esplorazione sismica, può “comunque
determinare un impatto negativo sulla comunità ittica”. La
parola trascurabile
appare…
ben ventidue
volte
nel loro documento!
Un’altra
cosa che veramente fa male al cuore è leggere che, per qualche
miracolo divino, la zona in questione è esclusa dalle “autostrade
del mare”, cioè passano qui un enorme numero di navi merci e da
crociera, pescherecci e altre imbarcazioni. Ma per puro caso, il
rettangolo scelto dalla Edison-Petroceltic è fuori da tali tratte.
Forse è per questo che i pesci vanno qui a depositare le uova? A
riprodursi? Perché e’ l’unica zona di pace che gli resta? Non lo
so, fatto sta che adesso andranno a bombardare anche questo posto
qui.
La
cosa vergognosa è che hanno collaborato con l’Istituto “Tethys
onlus” di
Milano per gli studi sui mammiferi marini. Vergognoso per la
Petroceltic e per la Edison, ma vergognoso anche per la Tethys onlus
di Milano che ha deciso di lavorare con ditte che certo non faranno
il bene dei mammiferi, ma porteranno loro altra possibile morte e
distruzione. È come dire che un medico oncologo collaborasse con la
Marlboro.
Eccoci
qui alla fine. Che dire. Adesso siamo tutti indignati, e arrabbiati e
schifati. Ma è molto probabile che metteremo dei likes e che domani
ce ne dimenticheremo. E invece no, occorre mettere pressione ai
politici, rompere le scatole, e voler fermarli ogni santo giorno. A
tutti piace gingillarsi con le copertine e le immagini di CNN o del
New York Times che osannano i mari di Puglia. Ma tutto questo non è
gratis. Tutto questo, tutta questa bellezza, richiede lavoro,
impegno, vigilanza, volontà di salvare e magari migliorare che
abbiamo. Nulla è per scontato, mai. Specie quando in giro ci sono
rapaci come appunto la Edison o la Petroceltic che dalla lontana
Francia e dalla lontana Irlanda pensano di poter venire qui e fare
quello che vogliono.
Mi
ci è voluto un sacco di tempo per mettere assieme tutte queste
informazioni. Spero che si crei una maggior coscienza civile, non
solo per lo scandalo, ma per combatterli e svergognarli ogni giorno.
Tornatevene in Francia, tornatevene in Irlanda e lasciate l’Italia
in santa pace.
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