Schiacciato
tra un presente incalzante e invadente e un passato obeso e
ingombrante, il futuro si assottiglia fino a scomparire. Non è più
all'orizzonte. Per questo, oggi, è molto più naturale provare
nostalgia che avere speranza. Riflettere sul passato diventa, cioè,
l'unica possibilità di orientarsi e avere uno sguardo più ampio del
presente, l'unico modo di immaginare il futuro. La nostalgia è anche
una strada che non ha nulla di nostalgico. Individuare quello che non
c'è più è un modo per capire che cosa abbia preso il suo posto e
riconoscere ciò che è accaduto di nuovo, nel bene e nel male. La
nostalgia è, cioè, prima di tutto, la scoperta di un metodo. E' uno
sguardo che si concentra sulla mancanza per riconoscere quello che è
arrivato, che individua nelle assenze i luoghi in cui si è annidato
il presente. Quello che abbiamo perduto racconta chi siamo. Se il
futuro non esiste e non è neppure immaginabile, il solo modo per
guardarsi dall'alto, secondo una prospettiva storica ed esistenziale,
è concentrarsi su quello che manca e ci manca in modo da comprendere
con che cosa lo abbiamo riempito. Siamo anche quello che non abbiamo
più.
Giacomo
Papi, Inventario sentimentale
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