“Colui
che tanto vi domina non ha che due occhi, due mani, un corpo, non ha
niente di più dell'uomo meno importante dell'immenso ed infinito
numero delle nostre città, se non la superiorità che gli attribuite
per distruggervi. Da dove ha preso tanti occhi, con i quali vi spia,
se non glieli offrite voi? Come può avere tante mani per colpirvi,
se non le prende da voi? I piedi con cui calpesta le vostre città,
da dove li ha presi, se non da voi? Come fa ad avere tanto potere su
di voi, se non tramite voi stessi? Come oserebbe aggredirvi, se non
avesse la vostra complicità? Cosa potrebbe farvi se non foste i
ricettatori del ladrone che vi saccheggia, complici dell'assassino
che vi uccide e traditori di voi stessi? Seminate i vostri frutti,
affinché ne faccia scempio. Riempite ed ammobiliate le vostre case,
per rifornire le sue ruberie. Allevate le vostre figlie perché abbia
di che inebriare la sua lussuria. Allevate i vostri figli, perché,
nel migliore dei casi, li porti alla guerra e li conduca al macello,
li faccia ministri delle sue bramosie, ed esecutori delle sue
vendette. Vi ammazzate di fatica perché possa trattarsi
delicatamente nei suoi lussi e voltolarsi nei suoi piaceri sporchi e
volgari. Vi indebolite per renderlo più forte e rigido nel tenervi
la briglia più corta. E di tutte queste indegnità, che neanche le
bestie potrebbero accettare o sopportare, voi potreste liberarvi se
provaste, non dico a liberarvene, ma solo a volerlo fare. Siate
decisi a non servire più, ed eccovi liberi. Non voglio che lo
scacciate o lo scuotiate, ma solo che non lo sosteniate più, e lo
vedrete, come un grande colosso al quale è stata tolta la base,
piombare giù per il suo stesso peso e rompersi.”
Così
Étienne de La Boétie, filosofo e scrittore francese, nel suo saggio
“Discorso sulla servitù volontaria” descriveva il rapporto
intercorso tra il tiranno e il popolo, che col suo comportamento
avalla il potere che lo opprime. Probabilmente scritto intorno al
1540, il testo fu stampato per la prima volta nel 1576, diventando da
allora un punto di riferimento e d’ispirazione per molti pensatori.
Nei secoli successivi, i concetti ivi espressi saranno sviluppati per
criticare ogni forma di autoritarismo e limitazione delle libertà.
Secondo alcuni fu proprio con questo testo che iniziarono a porsi le
basi di quella che in futuro sarà la disobbedienza civile.
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