giovedì 1 agosto 2019

Poesia



La difficoltà di diffondere la poesia ci sarà sempre. A leggere un romanzo riescono tutti, persino un romanzo profondo e difficile: l'autore comincia col raccontare una bella storia e se è intelligente ti insuffla l'intelligenza in modo subliminale, senza fartene accorgere; ti trovi cambiato e non sai neanche a chi dire grazie. Mentre l'orecchio per il romanzo è molto diffuso, l'orecchio per la poesia lo è molto meno, perché bisogna avere — in parte in dotazione e in parte dalla cultura — una specie di metronomo interno, una specie di senso della musica che non tutti hanno. Vi sono persone molto intelligenti che rimangono inerti di fronte alla poesia: vogliono sapere prima di tutto «che cosa vuol dire», e già una richiesta così formulata rivela che non possono capire perché non si abbandonano; e poi non ne vedono l'utilizzazione immediata, cioè non si divertono, non sanno come va a finire la storia.
La poesia non dà frutti immediati: al contrario, i suoi frutti sono assai lenti e difficili da cogliere, e infatti la poesia che piace immediatamente è spesso quella meno valida. Mentre il romanzo è tutto sopra l'acqua, della poesia si vede soltanto la punta dell'iceberg.
Il gioco sta nello scoprire quello che c'è sotto.

Maria Luisa Spaziani
 







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